lunedì 23 aprile 2012

Diario dell'australiano Data australe 24 aprile 2012


Ormai le nostre vacanze volgono al termine, anzi le mie sono già finite. Gli altri  studenti della casa hanno ancora una settimana. Sono venuti a trovarci Cristi con la Nina. Quando vengono è veramente una festa, specie per i bambini che possono finalmente riavere qualche  parente, qualcuno che sentano vicino e con cui poter parlare italiano.
Stiamo tutti bene e la Maru comincia ad avere belle soddisfazioni sul lavoro. Non è facile inserirsi nel mondo del lavoro qui in Australia, in quanto hanno forme e modi diversi dai nostri. Poi la lingua, la gente e gli ambienti nuovi da esplorare. Invece la caparbia donna, non si è persa di coraggio e sta ottenendo risultati ed elogi dai suoi capi. Welldone, darling.

Aggiornamento sulla tv australiana.

Persiste la tendenza a pescare nel vecchiume. A parte Happy Days, ho ritrovato l'eterno MacGyver, Star Trek, pure The Love Boat e altre serie retrò. Anche per le serie attuali, trasmettono annate già viste in Italia. Questa cosa non riesco molto a capirla, anzi la trovo proprio incomprensibile, non dovendo perdere tempo con il doppiaggio.
I telegiornali sono molto ben fatti. Hanno il vantaggio eorme della lingua: qui non ti raccontano cosa ha detto Obama, ma dopo una breve introduzione, te lo fanno sentire direttamente dalla sua voce. Che è tutta un'altra cosa, con buona pace della Botteri, corrispondente da New York.
Una scoperta. Per la prima volta sono rimasto a vedere la tv fin dopo le 23 e ho trovato... i tarocchi. Ci sono trasmissioni con signorine che fanno la carte, ognuna col suo bel numero telefonico e i costi delle telefonata in piccolo, in fondo allo schermo. Hanno tutte un'aria molto professionale ed è possibile scegliere tra una lettura in pubblico o in privato. Non hanno i tarocchi originali, le nostre carte artisticamente disegnate e dal sapore antico; queste sono invece disegnate con colori sgargianti e scritte psichedeliche, di difficile lettura. Ho individuato solo: Bondage, Tradition, Tower. Credo quindi che anche i personaggi non siano quelli dei nostri tarocchi. Chissà se la divinazione finge lo stesso?

Aggiornamento politico

La politica Australiana è uno spasso. Non siamo ai livelli italiani di berlusconiana memoria, ma si danno da fare per animarsi le giornate e poter versare quintalate di inchiostro sui newspapers. Insomma ci si diverte un sacco.
Vi ricordate lo Speaker del Parlamento, larbitro supremo, che regola i lavori e che tutti deferiscono e temono come il professore a scuola? E nei guai fino al collo, tanto che ieri sera si è dovuto fare da parte, almeno finché la polizia non finisce le indagini.
Succede che il serioso Speaker, avrebbe assunto un tizio nel suo staff per portarselo a letto, molestandolo con continue avance sessuali, tra cui mail e sms (cose che di solito restano scritte), e abbia usato con un po di superficialità dei rimborsi legati alla sua carica. Delle prime accuse frega poco a nessuno.
Invece le seconde sono un problema molto serio e lo hanno costretto alla resa. Viene un po da ridere, ma tratteniamoci, che qui rischia grosso anche il governo Gillard. Si tratta di una frode enorme, uno scandalo che gli australiani non hanno intenzione di perdonare o lasciar passare con facilità. Il tizio, lo Speaker, Mr. Peter Slipper avrebbe abusato del rimborso sul taxi, cioè si sarebbe fatto rifondere anche corse fatte per motivi privati. Vi assicuro che è proprio così, ho riletto larticolo diverse volte e anche fonti diverse. Si è dimesso perché ha fatto pagare ai contribuenti il taxi usato per andare al cinema, fare la spesa, ecc.
Da noi, abituati a politici dal comportamento molto disinvolto, a uno così farebbero un monumento, abituati come siamo a tesorieri e tesoroni, regalie a loro insaputa, diamanti e lingotti comprati coi soldi nostri.  Invece il zelante australiano, ingrato,  ha molto apprezzato il fatto che si sia fatto immediatamente fatto da parte, in attesa che la polizia chiarisca le cose. Gente strana, gli Australiani
Lintero governo rischia assai. Infatti il Primo ministro Julia Gillard deve ora sostituirlo, togliendo ancora un deputato alla sua già risicata maggioranza. A questo punto il governo avrebbe 74 voti, mentre lopposizione 73. C’è un solo deputato indipendente, che diventa lago della bilancia. Peccato che la settimana scorsa, non sapendo che il prode Speaker avrebbe fatto tutto sto casino, la previdente Gillard se lo sia fumato, bocciandogli una proposta di legge sulle macchinette videopoker. Quando si dice la tempestività.
Ora il parlamento è in ferie, ma se lopposizione alla riapertura dovesse chiedere un voto di fiducia,  il Governo potrebbe finire sotto e quindi a casa.
Per quanto riguarda invece la questione delle molestie sessuali, c’è poco di rilevante, un po come per Berlusconi: qui è un uomo, la sono donnine, qui lha assunto, la le metteva in parlamento o in qualche consiglio regionale, ma la zuppa è la stessa. La nota conclusiva della mia prof, è stata poco english, ma chiara: “è un idiota (calzante forse per entrambi i politici).
P.S. Domani ANZAC Day, ma soprattutto festa grossa in famiglia per i 18 anni della Anna!!!

mercoledì 18 aprile 2012

Diario dell'australiano Data australe 18 aprile 2012



L'Italia non ha una gloriosa storia militare, non brilliamo per strategie militari o gloriarci di vittorie epiche. Al limite possiamo concorre all'oscar per il miglior attore non protagonista, avendo qua e là belle storie di eroismo privato, singoli che hanno brillato nellopacità generalizzata.
Nella seconda guerra mondiale a parole dovevamo spaccare il mondo, nei fatti è bastato attraversare l'Adriatico per abbandonare in Grecia ogni sogno di onnipotenza. In Africa finché potevamo gassare qualche indigeno, tutto glorioso e imperiale. Quando poi sono arrivati gli inglesi siamo dovuti scappare con le pive nel sacco.
Siamo bravi nelle missioni di pace. Tutto il mondo ce lo riconosce. Forse lo siamo per gli stessi motivi per cui siamo negati nel combattere per offendere. Sarebbe interessante farci uno studio.
Non siamo neanche un popolo nazionalista, che va in visibilio per marce militari o parate di sorta. Ancora ancora le frecce tricolore, ma per l'effetto che fa, più che per la loro connotazione militare.
Ricordo mentre a Bari mi stavo imbarcando per l'Albania con la Caritas, sulla nostra testa sfrecciavano gli aerei della NATO che andavano a gettar bombe sui serbi di Milosevic. Una sensazione tremenda di realizzare che non era una esercitazione e neppure un film, ma la guerra o almeno il pezzo di guerra che potevo vedere.
A noi italiani piacciono gli alpini che colorano le nostre città di allegria e di festa quando si incontrano. Ci piacciono perché ci ricordano le montagne, la fatica della scalata, la guerra nel freddo, la ritirata dalla Russia, gli asini, il cappello, le aquile. Ci piacciono perché sono tutti amanti del vino, della grappa, che bevono per scaldarsi e dimenticare di essere soldati. Di esserci oggi e forse non più domani. Ci piacciono perché se bevono non sono invasati, militari che vincono le guerre, assassini spietati con gli occhi spiritati e il coltello fra i denti, come gli storici crucchi o gli odierni marines. Gli alpini cantano, bevono e fanno festa. Insomma gli alpini sono il prototipo dei militari nostrani, casarecci, parenti di quelli in missione di pace, che costruiscono scuole e ospedali. Anche i bersaglieri sono carucci, ma sono più invasati, sempre a correre senza un perché e neanche un dove.
Gli  alpini che sono tutti mezzi parenti, creano legami come i compagni di camera in chirurgia, come quei pochi che siano scampati alla stessa malattia mortale. Sono parte di un popolo di reduci, un gruppo unito e forte anche quando sei nato a Catania e qui son tutti bresciani.
Alpini a parte, tutto il resto sa di plastica, una ostentazione di muscoli per burla o per farsa, come quando Daniel sul divano combatte nemici immaginari: si sbatte, suda, fa rumori ed elabora sceneggiature da oscar, ma è tutto per celia. E lui lo sa.
Anche in Australia celebrano il 25 aprile, ma non in ossequio alla nostra liberazione. Qui festeggiano la festa dellANZAC. E una festa militare e come da noi e fanno pure le parate militari, ma senza alpini, ma ha un significato molto diverso e interessante. Non si ricorda infatti  una vittoria o un episodio militare glorioso, ma piuttosto la storia di un inutile e stupido massacro. Il 25 aprile 1915 le truppe ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps) sbarcavano in Turchia per combattere a fianco degli Inglesi. A questultimi delle truppe Anzac importava ben poco e Churcill aveva avuto la profonda intuizione che conquistando Gallipoli le truppe alleate avrebbero avuto via libera per il Mar Nero. Dopo 8 mesi di guerra di posizione e di quotidiani massacri, arrivò un capoccia che disse Abbiamo scherzato, potete evacuare e tornare a casa, non è più importante conquistare Gallipoli. Una guerra senza vincitori né vinti, che costò 10.000 morti tra Australiani e Neo Zeolandesi.
LAnzac Day è festa nazionale, niente scuola, niente lavoro. E il giorno del ricordo dellinutilità della guerra, dei costi pagati in vite perdute, ma anche il giorno dellorgoglio nazionale per quei soldati che nel lontano passato hanno contribuito alla crescita della coscienza della giovane coscienza australiana.
E interessante la storia militare di questa giovane nazione, chiamata a mandare i suoi figli al macello in conflitti non suoi e in terre molto lontane. Solo una volta la guerra ha lambito i suoi territori, quando i Giapponesi, dopo Pearl Harbour volevano conquistare tutto il Sud Est del Pacifico. In quel caso era combattere per difendersi, in tutte le altre guerre andavano per far numero, perché parenti, loro malgrado, di cugini che si ficcavano sempre nelle baruffe.
Devo però dire che fissare la commemorazione delle forze armate nel giorno in cui si ricorda una guerra inutile è spiazzante, molto poco film americano e gloriosa epopea. Già di per sé un giudizio politico, una presa di posizione. Che mi piace.

domenica 8 aprile 2012

Diario dell'australiano Data australe 9 aprile 2012

È arrivato il bollettino dei Neighbourhood Watch di Campbell. Per chi avesse perso qualche puntata, si tratta di una congrega di bontemponi paranoici che, facendosi gli affari altrui per indole e vocazione, si preoccupano di vigilare sulla sicurezza del quartiere. Il crimine è in diminuzione, rispetto a novembre: 1 danno vandalico, 1 furto di motorino e 5 other theft, che significa "ogni crimine che non rientra nella altre categorie". Mah?!
Comunque i nostri vicini, quando sono fuori casa, lasciano accesa la televisione, così per non sapere né leggere né scrivere. Nella newsletter dei nostri simpatici supereroi di quartiere, in questo numero sono riportate le regole da tenere per venditori ambulanti e offerte telefoniche. Scopro così che in Australia gli scocciatori possono romperti al telefono tutto l'anno tranne che a Natale, Pasqua e Venerdì Santo e se uno sconosciuto alla porta viene a dirti che hai il tetto da rifare, è meglio aspettare un attimo prima di firmare contratti. Se l'avesse letta Bossi, forse sarebbe stato più oculato nelle sue ristrutturazioni...
Il tipico australiano ha le sue belle usanze e tradizioni anche per Pasqua. 
Vi siete mai chiesti cosa ci facciano i coniglietti della Lindt, quelli dorati e con il campanellino al collo, nei nostri supermercati? Con la Pasqua c'entrano poco o nulla, sono una tradizione dell'Europa del nord, per celebrare la primavera con annesse pulsioni sessual-ormonali, cioè la primaverile fertlità. Questa festa ancestrale si è poi fusa con la cristiana Pasqua. Il garrulo australiano, sempre pronto a trovare motivi per gioire, poteva omettere di celebrare, giusto all'inizio dell'autunno, la festa della fertlità primaverile? Figuriamoci. Quindi non solo compra a man bassa Bunny Easter, ma il giorno di Pasqua li nasconde in giardino perchè i bambini li trovino, in una specie di dolce caccia al tesoro pre-prandiale. La tradizione è un obbligo che eccita grandi e piccini. Pensate che oggi, dopo la messa, la Parrocchia ha organizzato la propria "Bunny Easter Hunt". Hanno seminato il giardino di ovetti pasquali, ogni bambino poteva raccoglierne solo 4 e alla fine ne riceveva uno più grande come premio. Carino.
Arrivati a casa, replica, perchè la Maru aveva seminato tutti gli ovetti nel nostro giardino. È stato molto divertente, andare in cerca di ovetti, ovoni e coniglietti. Pensate che la mia maestra ogni anno fa lo stesso rito anche per il figlio ormai 24enne.
Nota per il prossimo numero del Campbell Neighbourhood Watch. Dei nostri 5 coniglietti Lindt nascosti in giardino, dopo lunga e infruttosa ricerca ne abbiamo recuperati solo 4. I casi sono due: o la Maru si è fatta prendere la mano e ha seminato coniglietti verso l'infinito e oltre oppure qualcuno ce l'ha fottuto ( la Noemi propende per un bimbo povero, che  così lo mangia ed è felice. Io spero almeno in un po' di cagotto...). Gradiremmo che nel prossimo numero questo efferato crimine fosse calcolato. Mi accontento della voce "other theft".
Per pranzo abbiamo fatto le lasagne io e Daniel. Successo clamoroso. Alla fine del pranzo dopo le uova, la Anna ha chiuso fuori i due bimbi, obbligandoli finalmente a entrare in contatto con i bambini indigeni, nostri vicini. È andata che hanno giocato tutto il pomeriggio con loro. Tutto bene quindi, una bella Pasqua. La nostra vicina, simpaticissima, deve aver visto "ricomincio da tre" di Troisi, perchè ha chiamato i suoi tre figli Pat, Ben e Tom.
Aggiornamento sulla televisione locale.
Qui hanno un trasmissione dal sapore antico, chiamata "parole e numeri" nella quale due concorrenti si sfidano nel comporre le parole più lunghe o in astruse operazioni per raggiungere il numero richiesto, partendo da numeri pescati a caso. Un gioco che avevamo anche da noi, qui condotto da un serio anzianotto che si fa aiutare da un letterato, armato di vocabolario per la correzione degli anagrammi. Udite, udite c'è anche la figacciona, la velina che posiziona sul tabellone "vocale" o "consonante" secondo le indicazioni del concorrente! Finalmente un po' di sano tette e culi, secondo le nostre sane usanze. Quando stavo per rasserenarmi, con il consolatorio "tutto il mondo è paese", ho scoperto il trucco, la sostanziale differenza con le italiche "letterine". Quando nessuno dei due concorrenti era riuscito a raggiungere il numero richiesto, la velina ha sfoderato un pennarello e in 4 e 4 = 8 ha riempito una lavagna di velocissime operazioni, fino a raggiungere il risultato desiderato. Insomma era una matematica coi fiocchi, incidentalmente valletta.
Quando riusciamo, guardiamo la tv locale, per sfuggire al tunnel dei cartoni animati italiani in divx e imparare la lingua. Coi sottotitoli inglesi non è manco umiliante come esperienza e rischi anche di capire almeno una traccia, pur vaga, di quello che succede. Abbiamo visto un film di Scooby Doo, ma Daniel constesta che qui mancano dei personaggi (ci sono solo il protagonista, Shaggy e un cucciolo mezzo idiota chiamato Scrappy Doo, ma mancano Fred, Daphne, Vilma). Inoltre, cosa che ha indisposto Daniel enormemente, qui Shaggy ha la maglietta rossa, mentre in Italia era verde. Quando si dice la cura dei particolari.
Oggi ancora festa, piu scuola fino a venerdì. Poi vacanza da scuola fino al 30 aprile, due settimane di vacanza prima del secondo term. Io solo una. Torno a scuola il 23, sigh.


mercoledì 4 aprile 2012

Diario dell’australiano Data australe 4 aprile 2012


Punto primo: aggiornamento della situazione
Qui siamo in autunno, anche se le ultime giornate sono state bellissime e calde. La mattina fa freschetto e poi di giorno un gran caldo. Comunque il nostro destino è segnato, si va verso l'inverno.
Nonno Mariano è in Italia e tornerà fra 15 giorni circa. Stiamo tutti bene e continuiamo la nostra vita. La Anna sta entrando nel vivo delle interrogazioni e studia parecchio, la Maru lavora tanto. I due bambini hanno uno strano rapporto con l'inglese: ufficialmente hanno progressi quasi nulli, anzi sembra che capiscano poco di quanto succede o dicono intorno a loro. Poi qua e la buttano parole e frasi che rivelano invece una insospettata padronanza della lingua. In occasione del cambio serale delle mutande Noemi ha commentato le sue con un yucky, assolutamente gratuito e improvviso. Io continuo con le mie lezioni. Anche nel mio caso ci sono dei passi avanti, per cui sono fiducioso.
Ora ci saranno le vacanze di Pasqua, poi ancora qualche giorno di scuola, poi dal 16 aprile siamo tutti in vacanza fino al 29. Infatti con Pasqua finisce il primo term e le scuole di ogni ordine e grado si fermano per queste mini ferie. Potremmo anche andare via qualche giorno ma la Maru lavora, quindi non credo faremo nulla. Potremmo andar a Sydney dallo zio Cristi ma anche lui lavora.
Quindi se qualcuno avesse deciso di passare da noi le vacanze di Pasqua, venite pure che noi ci siamo, anzi siamo liberi fino al 30 aprile. Non fatevi problemi, che siamo ancor nella casa grande e ci si organizza. Magari prima chiamate.
Punto secondo: la casa. Tra qualche mese dobbiamo sloggiare da questa dimora, tanto bella quanto cara. Sapevamo che era una soluzione a tempo. Abbiamo cominciato a guardarne qualcuna, ma l'Australia non sfugge alla regola che trovi case da poco solo molto lontano da dove lavori o vanno a scuola i tuoi figli. Tendenzialmente ci piacerebbe continuassero le scuole ad Ainslie, ma le case in quel quartiere costano una follia. Aspettiamo che torni il nonno e poi qualcosa combineremo.
Punto terzo
Quando Daniel era infante, ricordo che lo guardavo e pensavo che non era possibile che ce la facesse. Ne ho parlato anche con la Maru, come potesse essere possibile per un essere tanto minuscolo, con un cervello ancora vergine e intonso, poter raccogliere e contenere un giorno tutte le informazioni che abbiamo noi, le nostre nozioni, il nostro sapere. Ora credo che ce le farà. Per carità, ha ancora tanta strada da fare, ma promette bene, anzi a volte è sorprendente come riesca, con quella sua faccia da abitante delle nuvole, a memorizzare e trattenere tanti particolari.
Io invece non ce la farò. La mia prof stava chiedendo a tutti in quali quartieri abitavamo e ci raccontava a chi era intitolato, se si trattava di politici, militari, ministri, ecc. In quel momento ho realizzato che non ce la posso fare a memorizzare tutte queste nuove informazioni, neanche se qualcuno mi facesse un riassunto delle puntate precedenti o interrompesse la storia per ragguagliare chi si fosse simtonizzato solo in questo momento. Su troppe cose qui mi ritrovo ad essere infante, ignorante piccolo essere, che osserva le cose senza capirle o saperne cogliere il significato perchè ignora.
Solo emigrando si può comprendere quanto il nostro io, il nostro essere in uno spazio e in un mondo sia fatto anche di un patrimonio di informazioni che condividiamo con chi ci sta intorno e che crea un linguaggio comune. Qui avranno visto Heidi? Gig robot d'acciaio? ci sono mai stati i comunisti? Conoscono Andreotti? Quando emigri cambi lo sfondo e le parole non hanno più lo stesso significato, perdono il colore o si tingono di tonalità che non sai e non riesci a controllare.
Due mattine la settimana ognuno deve portare a scuola una news e raccontarla in classe. Una mattina una ragazza vietnamita, ha raccontato la storia di una donna cinese a cui era cresciuto un corno in testa ( sono quasi certo che la storia fosse questa). Alla fine sono intervenuto per chiedere alla prof se anche in australia il termine "cornuto"  avesse il significato italiano. No, naturalmente, ma è stato quasi commovente vedere sta povera donna che si sforzava di fare le corna con le dita, mentre cercava di capire cosa esattamente significasse da noi "avere le corna"  (per la cronaca in Russia e in Colombia condividono gesto e significato). Come si dirà cornuto in Australia? Esisterà un gesto o un alludere? Quando esorcizzano la sfiga, cosa si toccano? Quando si solleva un peso in compagnia, dicono "oh issa!"?
Troppa roba da imparare. Troppe cose, troppa storia, geografia, interi manuali di sociologia, per le mia veneranda età e un cervello funzionante, ma già pieno di informazioni su un altro film, un altro mondo e altri modi di gesticolare e capirsi senza parole. Forse la Noemi e Daniel ce la possono fare, magari anche la Anna. Non sapendo nulla della strage alla stazione di Bologna, possono occupare questa casella con una informazione locale, un Garibaldi australiano o qualche Pascoli aussie.
Un po' mi scoccia e mi dispiace. Ho la testa piena di informazioni e notizie apparentemente inutili, dati in eccesso e mezzi scaduti, comunque non utilizzabili a queste latitudini.  Non potrò magari neppure ridere delle barzellette locali se qualcuno non mi dice chi è Pierino, ammesso che ne esista uno, un omologo che si chiama magari Little Peter.
Credo che tu possa anche arrivare a parlare inglese perfettamente, ma non possa arrivare a possedere questo patrimonio se non è il tuo, se non hai condiviso da sempre una storia, un orizzonte comune e anche lo stesso palinsesto televisivo. Ci sarà stata anche qui una Vanna Marchi locale che gridava "d'accordo?"? se io dico "agree?" con la stessa intonazione fa ridere anche qui?
Non so se ho reso quello che intendo, ma si tratta di una esperienza di povertà niente male, che non puoi cogliere in tutta la sua intensità se non emigri, se non cerchi di piantare le radici in un vaso nuovo, dopo averle sradicate, più o meno bene, dal vaso in cui erano nate e cresciute. Forse e anche per questo che gli emigrati tendono a stare tra loro, a fare i club, per poter parlare una lingua, sentirsi veramente parte di un popolo.
Cosa sia poi essere australiani è cosa assai misteriosa. Per essere asutraliani, cosa ci vuole? Basta la cittadinanza? Bisogna essere nati qui? La buttiamo sul sangue come da noi? Avere genitori, nonni, trisnonni nati qui?
Quando è venuto a trovarmi fra Maurizio, lo accompagnava un italiano che vive a Sydney da 40 anni. Siamo stati al Parlamento federale in visita e una guida ci ha illustrato l'atrio,  con i suoi marmi italiani. Questo signore andando via, ha chiesto alla guida di dove fosse, visto che non era australiano. Lui ha risposto che era Australiano, anzi era nato a Canberra, ma l'italiano, sfiorandosi ripetutamente la guancia, affermava che non era possibile, per via della pelle "troppo chiara". Alla fine, capita l'antifona, il tizio ha risposto di essere scozzese di origine.
Strana terra questa in cui, eccezzion fatta per gli aborigeni, tutti sono ospiti e nessuno può dirsi veramente australiano, senza poter esere contraddetto o cadere in contraddizione. Forse gli aborigeni potrebbero mettere su un ufficio immigrazione, un ministero degli Interni che dia le cittadinanze. A trovarne uno, almeno qui a Canberra.  Allora in questa società multietnica, multiculturale, multilingue, multireligiosa, talmente multi che fatichi a pensarne una, alla fine c'è spazio per tutto, anche per il mio pesto.
Strano popolo questo che paragona se stesso a culture e genti lontanissime, come se fosse qui per sbaglio o l'Australia fosse uno stato europeo, magari giusto in procinto di entrare nell'euro. Si parlava a scuola di eutanasia e la prof diceva "ce l'hanno in belgio, in olanda e in germania..". Io ascoltavo e mi sembrava di sentire una prof italiana, che giustamente paragona la società in cui vive con quella dei vicini. Ma qui i vicini si chiamano "nuova Guinea, Fiji, Filippine", siamo in Oceania, mica nel Canton Ticino. Eppure così è, tanto per alimentare la confusione.
Forse ha ragione Forrest Gump: australiano è chi australiano fa. Al di là della provenienza, del colore della pelle o altro, è australiano chi fa il bene dell'australia e la considera casa. Tutto il resto è fuffa.
Quindi forse non saprò mai a chi è dedicata la mia via, forse neppure la città in cui abito o riderò solo a metà delle battute della versione locale di Zelig e leggerò targhe di eroi senza capire neppure a quale guerra alludano, ma potrò un giorno dirmi australiano se ne avrò voglia e me lo sentirò io, con la stessa credibilità di un aussi fanatico di cricket e carne secca. Tiè.
P.s. Buona Pasqua a tutti da queste lontane contrade. Un abbraccio forte da tutti noi.