lunedì 13 novembre 2006

nati senza...

Giovedi' mi e' nata una figlia.
Pensavo in questi giorni che forse lei crescera' con una visione del mondo profondamente diversa da quella che avevo nella mia giovinezza.

Io credevo che non ci sarebbe piu' stata una guerra mondiale.
Intanto per il fatto del nazismo, lo sterminio degli ebrei, Hiroshima. Forse qualche scaramuccia qua e la', ma c'era l'ONU e il ricordo troppo vivo di quanto successo a impedire scenari troppo impegnativi

La convinzione che avevo radicata nell'animo e' che stessimo andando avanti.
Il grafico mi appariva chiaro, l'indice era in crescita e la storia era piena di prove che suffragavano la mia teoria.
Ora, dopo diversi venerdi' neri, questa mia fede si e' rotta.
Ricordavo i corsi e ricorsi storici, ma pensavo che incontrassimo stralci del passato stando nell'anello superiore della spirale che ci stava portando in alto. Ora temo che, se ci va di culo, siamo dentro un illusorio giochetto stile "moto perpetuo" che sembra salire ma sta fermo.

Credevo anche che noi italiani, "nani sulle spalle di giganti", saremmo sempre stati tra i primi della classe.
Poi e' arrivata la Cina, l'India e il Vietnam (...il Vietnam). Il colpo di grazia lo ha dato la Spagna.
Insomma gli spagnoli, gente che dopo il tracollo coloniale non si e' mai ripresa, che fanno la siesta, che se si svegliano e si organizzano un po' al massimo possono fare qualcosa nel turismo.
Oggi hanno un governo che riesce a fare quanto deciso nel programma, ti rimborsano il biglietto se il treno arriva con 5 minuti di ritardo e hanno una crescita che e' il doppio di quella UE.

A quando la Grecia? Per anni ci ha dato soddisfazione, rimanendo sempre dietro nella classifica dei cattivi: debito pubblico, inflazione, disoccupazione, ecc.
Faremo la corsa sulla Lettonia.

Forse si cresce meglio senza queste mie illusioni infantili. Il disincanto e' adulto.
Mi piacerrebbe pero' prendere il posto di mia figlia, pur di potergli dare il mio, perche' lo spazio lasciato da queste illusioni e' stato in me occupato dalla paura per un futuro minaccioso, che temo sara' peggio dell'oggi che abbiamo e abbiamo avuto.