Diario dell’australiano Data australe 4 marzo 2010
Ieri mattina abbiamo celebrato il nostro funerale di
famiglia a Lucio Dalla. Abbiamo collegato il pc alla televisione e l’audio allo
stereo e ci siano rivisti per intero il concerto del primo maggio, in cui lui e
De Gregori hanno cantato uno o due anni fa. Un’oretta molto bella e carica di
nostalgia, in compagnia di un’Italia che ci manca. I bambini non hanno capito tutto,
ma nel complesso hanno apprezzato.
Continuano le epiche imprese della Noemi a scuola. La poverina fa un po’ fatica, anche se si
registrano passi in avanti. Lei e Daniel vanno in una scuola per bambini
stranieri in cui puntano moltissimo sull’insegnamento della lingua. Nella loro
classe sono tutti asiatici (Daniel ha anche un compagno russo) e qualche
africano. Questa presenza multietnica
deve aver generato qualche confusione nella sua piccola testolina, in quanto a
cena se n’è uscita dicendo: “mi sa che qui in Australia, ci siamo solo noi di
bianchi!”.
Io vado regolarmente a scuola, nella mia classe multietnica
come la sua . Ormai a ricreazione facciamo gruppo fisso con una egiziana, un
coreano, una boliviana; siamo in 4 di 4 continenti diversi e abitiamo nel
quinto. Bizzarro.
Ho scoperto qualche giorno fa la presenza di altri 3
italiani: di Spezia (ma in procinto di rientrare), di Torino e di Roma. Cerco di non
frequentarli troppo, anche se sono molto simpatici, essendo la mattina l’unico momento
che ho per farfugliare qualcosa in inglese. Cercherò di arrivare prima, per
poter stare un po’ anche con loro.
Oggi dopo 8 giorni di pioggia continua, è uscito il sole. Una
pioggia mai vista, non tanto per intensità, quanto per durata. Ogni lembo di
terra è intriso d’acqua e tutto è un acquitrino fastidiosissimo. Da domani si
ritorna in bicicletta e a poter stendere lavatrici.
L’Australia ha un serio problema con le alluvioni, specie al
Nord Est nello stato del Queensland. Ma quest’anno è arrivata così tanta acqua
che anche nei d’intorni di Canberra hanno avuto esondazioni e allagamenti in ogni
dove. Sono comunque molto ben organizzati e fanno gruppo contro queste calamità,
facendosi carico dei disagi di tutti.
In questi giorni di macchina forzata ho apprezzato alcune
soluzioni intelligenti adottate dall’astuto australiano quando si mette al
volante.
La prima genialata riguarda i parcheggi dei grandi
magazzini. Avete presente quei lunghi garage, in cui scruti l’orizzonte in
cerca di un parcheggio, ti aggiri come Teseo nel dedalo, tra muri di macchine
immobili, nella speranza di trovare un buco dove poter lasciare la tua? Giri e giri, imboccando anche
corsie contromano, accelerando quando ti sembra che laggiù, dietro quel SUV, ci
sia un buco, per poi scoprire che è una Smart, macchina maledetta, come la 500,
capace di trarti in inganno come i miraggi nel deserto.
Il pratico australiano ha molto meno tempo da perdere di
noi. Ha quindi ideato un sistema semplice
ma perfetto per segnalare parcheggi vuoti, a scanso di miraggi e Smart. Sopra
ogni parcheggio c’è una cella fotoelettrica e sulla corsia delle luci. Se il
parcheggio è vuoto la luce è verde, se occupato rossa. Appena tu arrivi ti
basta una rapidissima occhiata per vedere se ci siano posti vuoti, anche da
lontano. Non credo che il sistema sia costato una fortuna, ma è un sistema
geniale e immediato.
In uno dei miei tanti deliri di onnipotenza, ho spesso detto
che se fossi il sindaco di Genova, metterei dei balzelli a quelli che in città
usano la macchina per trasportare solo
se stessi. Se vi mettete in un qualsiasi, trafficato, incrocio cittadino potete
verificare che la maggior parte delle macchine hanno effettivamente un solo
passeggero a bordo. Chissà magari hanno già lasciato moglie e i loro 5 figli a
scuola, oppure soffrono di agorafobia oppure pensano che gli autobus puzzino e
andare a piedi stanchi. Chissà?! Nel dubbio io li tasserei tutti, così per non
fare prigionieri.
Qui in Australia sono invece più gentili, ma hanno
escogitato un sistema per scoraggiare l’uso inopportuno della macchina. Invece di
tassarli, premiano le aggregazioni di gente sullo stesso veicolo: se in una
macchina sono presenti almeno 3 persone, questa non paga il parcheggio in
centro. Senti meno l’odore del sangue, ma è una idea interessante.
Credo che sia così, almeno il cartello non si presta ad
altro tipo di interpretazione. Ho provato a seguire i cartelli ma mi sono perso
e non ho trovato il posteggio. Ma questi posteggi esistono, ho trovato gli stessi
cartelli anche in altri quartieri. Sono curioso di capire come facciano a
verificare l’effettiva presenza di 3 persone a bordo. Indagherò.

Chiudo queste righe segnalando un grave problema che
affligge una parte significativa della popolazione locale: ci sono tante
persone grasse. Non quei grassi che mettono allegria, che hanno scritto in
fronte “me ne fotto”, mangio e mi godo la vita, sfidando stupide leggi sociali
che vorrebbero tutti tristi anoressici. Non le donne o uomini sovrappeso, come
si possono vedere da noi, ma proprio persone obese, molto obese,
inequivocabilmente obese, paradigma dell’obesità.
Sono persone anche giovani, alcune madri con figli piccoli,
con evidenti problemi di deambulazione, che si
muovono con una goffaggine che tradisce sofferenza. Persone che ti
preoccupano e che ti viene voglia di fermar, per chiedere come abbiano fatto a
ridursi così, spingerli o obbligarli a fare qualcosa per star meglio e non
morire giovani .
Il fenomeno è talmente evidente e diffuso che ho chiesto
alla mia prof le ragioni di una tale epidemia. Lei ha detto che è una
predisposizione che colpisce gli anglosassoni (americani inclusi) e alcune
popolazioni dell’africa. Poi ha ammesso che è anche un problema di
alimentazione: il famoso junk food, figlio diretto del fast food.
Non so nulla delle predisposizioni
anglosassoni nei confronti dell’obesità, ma sottoscrivo la tendenza a nutrirsi
male e in maniera assolutamente sbagliata. In ogni dove trovi pacchetti di
chips e salatini vari, per non parlare di Mac Donald e similari, quando non ti
cucini salsicce e hot dog direttamente tu. Addirittura in Nuova Zelanda abbiamo
trovato negozi (nemmeno minuscoli) che vendevano solo sacchetti di patatine, nachos
e pop corn.
La mia prof dice che sono in corso diverse campagne di
sensibilizzazione in favore di slow food e del mangiare sano, anche se non ne
ho mai visto. Non credo che sia un problema di informazione: nei supermercati sono evidenti i cartelli che spingono a
consumare meno “fat”, ed è molto pubblicizzato
il fat free o il quasi free.

Anche nei cessi dei centri commerciali trovi prove evidenti
che le informazioni le hanno. Non parlo di niente di schifoso, quanto di
simpatici manifesti appesi in ogni dove che propongono un rimedio sicuro all’intossicazione
da cibo. Anche le immagini sono eloquenti della gravità della, spero non quotidiana,
alimentazione dell’australiano medio.
Se sapete far da mangiare bene, approfondite le vostre
conoscenze. C’è un continente da colonizzare con una buona cucina e una sana
alimentazione mediterranea
5 Commenti:
in merito ai parcheggi anche a pamplona due anni fa ho visto lo stesso sistema e l'ho trovato anche io geniale....da profana penso che sia facile da realizzare e comunque eviterebbe tutto lo smog dentro il parcheggio.....
un abbraccio fiorentino!
mi piace quando ti leggo che scrivi "la mia prof.".... mi fa sorridere!
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