lunedì 13 febbraio 2012

Diario dell'australiano Data australe 1 febbraio 2012

Avete mai visto su Italia 1 la trasmissione in cui vanno in giro a chiedere alla gente opinioni e poi c'è il tipo che fa la morale finale: "sembra chiaro che i milanesi (ma a volte sono "romani", "parmensi", ecc., girano come trottole per l'Italia) la pensino cosí...". Io sul divano, mezzo riconcoglionito, un attimo prima di cambiar canale facevo in tempo a stupirmi che in cosí tanti, una maggioranza bulgara, avessero una opinione opposta alla mia. Solo dopo due o tre volte, ti ripigli e capisci che si tratta di un programma per gonzi, che sembra vero proprio perchè è totalmente falso. Infatti il bianco vince sempre; basta in fase di montaggio eliminare o sfrondare le risposte che non ti piacciono e mettere solo quelle "giuste" e la maggioranza è fatta.
Dico questo perchè quando ero ancora tra voi (suona molto Gesù Cristo) mi chiedevo cosa in realtà pensasse il mondo degli italiani. Ai tempi del Berlusca, a vedere certe rassegne stampa, sembrava che "gli altri" avessero, compatti, un giudizio pessimo di noi e della nostra razza, che con questa crisi non ci fosse più benevolenza verso quelle simpatiche cicale scialacquatrici. Però dietro le rassegne stampa, c'è una mano (comunista) che raccoglie alcuni articoli e ne scarta altri, come fa, con risultati contrari, il tizio di Italia 1, quindi siamo punto e a capo.
Qui al telegiornale non si parla molto dell'Italia. Almeno credo. Forse ne parlano in lungo e in largo mettendo sotto immagini di altri paesi, ma non credo. Sarebbe uno scherzo di cattivo gusto e offensivo verso chi sa poco la lingua. Ne hanno parlato per le vicende legate alla nave Costa ma niente più.
Incontrando i parenti di Susan hanno fatto accenni al bunga bunga e alle imprese berlusconiane, chiedendo come tutto ciò fosse stato possibile. Ma ormai berlusca non c'è più e non si ricordano i tempi della dipendenza a uno che ha smesso di farsi. Non è bello.
In realtà qui in Australia c'è tanta Italia. La incontri nei centri commerciali dove spesso sbatti contro scritte italiane o bandiere tricolore. Nel reparto gastronomia è tutto un fiorire di gagliardetti italiani, su ogni prodotto. Che si tratti di pasta, sughi, pomodori, il punto di riferimento è uno solo e per vendere devi assomigliargli. Certo non possono mentire dicendo di essere italiani, quando sono australiani, ma gli astuti venditori hanno trovato escamotage, nel loro piccolo, efficaci:
fingere di essere un italiano che produce in Australia. È singolare come in un Paese in cui non trovi un cognome "nostro" manco all'anagrafe, tanto che sono obbligati a fare spelling ogni tre x due, nel settore tutti produttori hanno un nome che finisce per vocale e noiosamente lienare: Romano, Corale, Alfredo, Moccona, Barella (guarda caso somigliante al nostro Barilla)
Non potendo spacciarsi per nostri, ci appiccano un gagliardetto con scritto "italian style", che non vuol dire assolutamente nulla, ma funziona
Dare dei nomi che richiamino realtà o città italiane. La pasta che compriamo noi si chiama "San Remo", come formaggio da grattuggiare trovi il Parmesan o il "Pane di casa" al supermercato
È un tale italico sventolio che in alcuni momenti rischi di dimenticare dove tu sia, anche perchè accanto a questi prodotti "italieni" trovi anche Barilla, Lavazza, la Nutella (alè!) e i Ferrero Rocher.
Se questa supremazia riempie di orgoglio, ti viene anche parecchio nervoso in quanto si tratta per lo più di prodotti di bassissima qualità che millantano, rubano la fatica di centinaia di anni di buona cucina, usano la scorciatoia dei furbi danneggiando le imprese italiane vere e in fondo la nostra cucina. Ti viene il nervoso, perchè pensi pure quanto poco venga tutelato il nome del nostro paese e le sue eccellenze e quanto lavoro potrebbe uscire per i nostri giovani.
Stessa zuppa anche nel settore gelati, dove i nomi per lo più si spostano geograficamente su Napoli e la Sicilia. Molta meno Italia di quanto mi aspettassi nei formaggi e nei vini dove per vendere ci si traveste da francesi.
Se volete emigrare in Australia prima fate un corso di chef o pizzazioli. Se appartenete a queste due categorie e siete italiani qui trovate lavoro in cinque minuti e potenzialmente fate un sacco di soldi. Sarà un po' limitante, saprà molto di clichè, ma cosí è.

L'Italia qui è molto amata. Quando dici che sei italiano, s'illuminano e non di rado ti raccontano di fantastiche vacanze fatte in Italia, per lo più a Venezia,
Firenze o Roma. La nostra vicina di casa, è stata in vacanza alle Cinquenterre. Sono innamorati del nostro Paese, della nostra cultura e della nostra storia.

Amo anche pensare che tanta ammirazione per il nostro Paese nasca anche dalla frequentazione con tanti italiani che vivono qui. Non ne abbiamo incontrati molti, per ora. Un veneto a Sydney che doveva venderci una macchina e un calabrese al mercato di Fyshwich qui a Canberra. È stato un bell'incontro che ci ha fatto del bene, almeno a me. Avevo la Noemi in braccio quando sentiamo parlare italiano tra un commesso di frutta e verdura e un signore. Segnalo la cosa ai due piccolini, ma subito i due ribiascicano in inglese. Siccome non ero creduto, accosto il tipo e gli chiedo se è italiano. Si trattava di Giuseppe, venuto qui 34 anni fa dalla Calabria. Si è fermato molto e con calore a parlare con noi, raccontandoci la sua storia. Io pensavo di disturbarlo, mentre lui era veramente felice di incontrare dei connazionali. Mi ha consigliato di buttarmi appena possibile sull'inglese e di non scoraggiarmi di fronte alle prime difficoltà. Due volte poi mi ha detto di tornare a cercarlo se avessi avuto bisogno di aiuto, senza farmi problemi. È stato bello vedere uno che nemmeno conosci che ti dimostra tanta attenzione e premura perchè si riconosce nella tua storia.
Mi fa venire in mente Jasmin, un ragazzo zingaro che conosco, che sempre chiamava gli altri rom "paesani". Magari non sapeva neanche il nome o chi fossero, ma erano paesani, che significava una appartenenza profonda, di sangue, cultura e destino, di casa insomma. Un concetto che non si capisce finchè sei tra i tuoi, un sentire forse da paesanotti, pure mezzi terroni, ma che assume colori e calori molto diversi quando sei lontano da casa. Scoprire un paesano a Fyshwick è stata una bella sorpresa. Viva la Calabria.

P.S. L'altro giorno, eravamo in casa, quando sentiamo musica, in progressivo avvicinamento. Prima che capissimo cosa stava succedendo, abbiamo perso l'occasione.
L'oggetto e la musica erano questi:
http://www.youtube.com/watch?v=vjUkb0CkSq0
La prossima volta ci organizziamo e lo blocchiamo per tempo.

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