Diario di un australiano Data australe 12 gennaio 2012
Le spiagge qui in australia sono immense e desertiche, c'è una sabbia
talmente fine che non credevi potesse esistere in natura, la quale per
punirti della tua poca fantasia ti si appiccica addosso come una
moquette e si infila in ogni dove. In compenso fare il bagno è
praticamente impossibile e meno che tu non abbia una tavola da stiro,
che qui usano per fare surf. Frotte di giovani e infanti nuotano verso
il largo e poi con maestria si fanno trasportare dalle onde fino a riva.
Confesso la mia ignoranza; credevo che il surf si facesse solo con onde
anomale o comunque alte almeno 3-4 metri. Invece qui lo fanno anche con
ondine infime ma ugualmente efficaci.
Naturalment non faccio surf,
nè penso minimamente a gettarmi in mare visto che l'acqua si aggira sui 5
gradi fissi. Poi sono uno che rivive scene del film lo squalo anche
quando fa il bagno a Cogoleto, figuriamoci qui, dove ci sono veramente,
in compagnia di tutta una sottospecie di bestiole grandi e minuscole che
non vedono l'ora di seccarti.
Però l'astuto popolo australiano ha
trovato degli accorgimenti per venire incontro a chi non avesse l'asse
da stiro o fosse un temerario imbecille.
Primo, hanno popolato il
territorio di piscine enormi e fantastiche, vie di mezzo tra piscine
classiche e degli acquafan, con spazi per bimbi e grandi, apprendisti e
provetti, scivoli, giochetti e corsie olimpiche. Costano poco e ci puoi
stare quanto vuoi. Una cosa intessante è che in ogni dove c'è sempre il
biglietto family, che rende abbordabile quasi ogni cosa.
L'altro
trucco è che hanno costruito piscine attaccate alla spiaggia, in cui il
mare può entrare e portare acqua sempre nuova, ma restano fuori animali
feroci e centauri asse- muniti. Sfruttano anche delle insenature, dove
si creano piscine naturali che loro chiamano paludi (ma non hanno niente
delle paludi), ma devi stare attento perchè il lembo che le collega al
mare aperto è spesso attraversato da correnti maligne che ti portano al
largo e quindi certamente in bocca agli squali.
Quindi quando dicono
che vanno al mare, non è del tutto vero: o vanno in questa sorta di
mare chiuso fra 4 mura o in questi pseudo laghetti. Non per forza
intendono dire che si buttano in mare.
Stamattina siamo andati al
mare con degli australiani, in quanto era il compleanno dell'Amelia.
Partenza alle 6.30, come se dovessimo partire per la montagna, ma non
osavamo dire nulla in quanto si fa come gli indigeni fanno. Uscendo di
casa un gelo polare, tanto che la Noemi ha cominciato a piangere, perchè
moriva dal freddo. In macchina un'ora di tragitto a nord di Sydney, per
arrivare alla solita meravigliosa spiaggia. Qui il freddo era uguale,
ma accompagnato da una bora fastidiosa che toglieva il già scarso
stimolo a buttarsi in acqua. Tra l'altro Amelia accennava a una
interesante teoria che alla mattina gli squali hanno più fame; il motivo
per cui lo raaccontasse alla Anna e le ragioni scientifiche di questo
languore mattutino mi sfuggono. Sulla spiaggia le Australiane, mamme
delle amiche dell'amelia, hanno cominciato subito a montare delle tende,
pesantemente ancorate a terra da sabbia per evitare che il vento le
portasse chissà dove. Trattasi di tende o mezze tende buone solo per
rifugiarsi dal sole, che ogni australiano teme come la peste, in quanto
per loro la temperatura era un solazzo e ideale per una bella nuotata.
Sembrava di essere al cimento di capodanno: anziani malfermi e signore
attempate si gettavamo in acqua, incuranti del vento e della
temperatura.
Maru ed Anna avvolte in numerosi asciugamani e teloni
da spiaggia, con una abbondante faccia di tolla si gettavano in tenda
incuranti degli usi locali, insieme ad una Noemi sempre più congelata.
Malgrado il probabile disapunto degli indigeni, hanno mantenuto le
posizioni fino alle 10 circa, quando il sole era abbastana caldo da
essere percettibile nel gelo generale.
Io invece fidandomi degli usi
locali e attingendo al mio orgoglio da 40enne, mi spogliavo,
avvicinandomi alla piscina a pelo d'acqua, accompagnato da Daniel. Un
freddo porco, anche perchè appena ti staccavi dalle rocce eri in plein
air e quindi completamente esposto al vento.
Ore 8.20, situazione:
in piscina solo 2 persone: un anziano che ad ogni bracciata oscillava
talmente sul fianco da sembrare una nave sul filo del ribaltamento, una
signora cinquantenne che faceva sollevamento con le assi del pontile, io
con la Noemi che mi tremava in braccio e Daniel che zompettava intorno.
Spiaggia: Maru e Anna sempre barricate nella tenda parasole e le altre
mamme confabulanti intorno. Ingresso palude: amelia e amiche cercavano
di guadare, lottando contro la corrente. Oceano: bocconcini umani su un
piattino di legno, andavano a caccia di predatori giocando con le onde.
Col tempo il sole ha ripreso a fare il sole, le due sono uscite dalla
tenda, io e i due bimbi siamo passati alla caccia di conchiglie, molto
belle e diffuse sul litorale. Alle 11, proprio quando la cosa stava
diventando fin gradevole, l'alta marea ha disperso l'allegra brigata.
Domani, giornata più tranquilla.
Pranzo al mercato del pesce e pomeriggio Luna Park.
postato da Pseudo @ 14:13
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