lunedì 13 febbraio 2012

Diario di un australiano Data australe 12 gennaio 2012

Le spiagge qui in australia sono immense e desertiche, c'è una sabbia talmente fine che non credevi potesse esistere in natura, la quale per punirti della tua poca fantasia ti si appiccica addosso come una moquette e si infila in ogni dove. In compenso fare il bagno è praticamente impossibile e meno che tu non abbia una tavola da stiro, che qui usano per fare surf. Frotte di giovani e infanti nuotano verso il largo e poi con maestria si fanno trasportare dalle onde fino a riva. Confesso la mia ignoranza; credevo che il surf si facesse solo con onde anomale o comunque alte almeno 3-4 metri. Invece qui lo fanno anche con ondine infime ma ugualmente efficaci.
Naturalment non faccio surf, nè penso minimamente a gettarmi in mare visto che l'acqua si aggira sui 5 gradi fissi. Poi sono uno che rivive scene del film lo squalo anche quando fa il bagno a Cogoleto, figuriamoci qui, dove ci sono veramente, in compagnia di tutta una sottospecie di bestiole grandi e minuscole che non vedono l'ora di seccarti.
Però l'astuto popolo australiano ha trovato degli accorgimenti per venire incontro a chi non avesse l'asse da stiro o fosse un temerario imbecille.
Primo, hanno popolato il territorio di piscine enormi e fantastiche, vie di mezzo tra piscine classiche e degli acquafan, con spazi per bimbi e grandi, apprendisti e provetti, scivoli, giochetti e corsie olimpiche. Costano poco e ci puoi stare quanto vuoi. Una cosa intessante è che in ogni dove c'è sempre il biglietto family, che rende abbordabile quasi ogni cosa.
L'altro trucco è che hanno costruito piscine attaccate alla spiaggia, in cui il mare può entrare e portare acqua sempre nuova, ma restano fuori animali feroci e centauri asse- muniti. Sfruttano anche delle insenature, dove si creano piscine naturali che loro chiamano paludi (ma non hanno niente delle paludi), ma devi stare attento perchè il lembo che le collega al mare aperto è spesso attraversato da correnti maligne che ti portano al largo e quindi certamente in bocca agli squali.
Quindi quando dicono che vanno al mare, non è del tutto vero: o vanno in questa sorta di mare chiuso fra 4 mura o in questi pseudo laghetti. Non per forza intendono dire che si buttano in mare.
Stamattina siamo andati al mare con degli australiani, in quanto era il compleanno dell'Amelia. Partenza alle 6.30, come se dovessimo partire per la montagna, ma non osavamo dire nulla in quanto si fa come gli indigeni fanno. Uscendo di casa un gelo polare, tanto che la Noemi ha cominciato a piangere, perchè moriva dal freddo. In macchina un'ora di tragitto a nord di Sydney, per arrivare alla solita meravigliosa spiaggia. Qui il freddo era uguale, ma accompagnato da una bora fastidiosa che toglieva il già scarso stimolo a buttarsi in acqua. Tra l'altro Amelia accennava a una interesante teoria che alla mattina gli squali hanno più fame; il motivo per cui lo raaccontasse alla Anna e le ragioni scientifiche di questo languore mattutino mi sfuggono. Sulla spiaggia le Australiane, mamme delle amiche dell'amelia, hanno cominciato subito a montare delle tende, pesantemente ancorate a terra da sabbia per evitare che il vento le portasse chissà dove. Trattasi di tende o mezze tende buone solo per rifugiarsi dal sole, che ogni australiano teme come la peste, in quanto per loro la temperatura era un solazzo e ideale per una bella nuotata. Sembrava di essere al cimento di capodanno: anziani malfermi e signore attempate si gettavamo in acqua, incuranti del vento e della temperatura.
Maru ed Anna avvolte in numerosi asciugamani e teloni da spiaggia, con una abbondante faccia di tolla si gettavano in tenda incuranti degli usi locali, insieme ad una Noemi sempre più congelata. Malgrado il probabile disapunto degli indigeni, hanno mantenuto le posizioni fino alle 10 circa, quando il sole era abbastana caldo da essere percettibile nel gelo generale.
Io invece fidandomi degli usi locali e attingendo al mio orgoglio da 40enne, mi spogliavo, avvicinandomi alla piscina a pelo d'acqua, accompagnato da Daniel. Un freddo porco, anche perchè appena ti staccavi dalle rocce eri in plein air e quindi completamente esposto al vento.
Ore 8.20, situazione: in piscina solo 2 persone: un anziano che ad ogni bracciata oscillava talmente sul fianco da sembrare una nave sul filo del ribaltamento, una signora cinquantenne che faceva sollevamento con le assi del pontile, io con la Noemi che mi tremava in braccio e Daniel che zompettava intorno. Spiaggia: Maru e Anna sempre barricate nella tenda parasole e le altre mamme confabulanti intorno. Ingresso palude: amelia e amiche cercavano di guadare, lottando contro la corrente. Oceano: bocconcini umani su un piattino di legno, andavano a caccia di predatori giocando con le onde.
Col tempo il sole ha ripreso a fare il sole, le due sono uscite dalla tenda, io e i due bimbi siamo passati alla caccia di conchiglie, molto belle e diffuse sul litorale. Alle 11, proprio quando la cosa stava diventando fin gradevole, l'alta marea ha disperso l'allegra brigata.
Domani, giornata più tranquilla.
Pranzo al mercato del pesce e pomeriggio Luna Park.

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