Diario dell'australiano Data australe 11 febbraio 2012
Auckland è una bella città, caotica quasi quanto Sydney, ma con vie
molto belle e localini con dehors pieni di gente seduti a bere. Ci sono
molte più persone che fumano, segno che qui il tabagismo non è
stigmatizzato come in Australia.
Apro una parentesi. Gli australiani
sono gente molto tollerante, ma hanno intrapreso una dura guerra contro
le sigarette. senza eclusione di colpi. Le armi vanno da immagini
truculente di polmoni anneriti in bella vista sui pacchetti o in tv, ad
avvertimenti ossessivi di quanto faccia male fumare e bene invece
smetterla. Su giornali e in tv è tutto un consigliare, minacciare e
incoraggiare, al fine di farti desistere al più presto. Addirittura in
tv c'è un programa televisivo, in cui ex fumatori raccontano come siano
riusciti a stoppare il vizio col fumo.
Ovunque è vietato fumare, a
Canberra anche nei dehors dei bar e il tabacco costa più del doppio che
in Italia. I poveri fumatori fanno abbastanza pena, in quanto il rito
della sigaretta, perde tutto il suo carattere sociale per diventare
qualcosa di simile al buco di un tossico: in solitudine, seduti per
terra, infrattati e circondati da sguardi di condanna. Il mio sguardo di
attuale fumatore solo onirico (i miei sogni sono in ritardo e in questa
vita parallela continuo a comprare tabacco e fumare sigarette) non è di
condanna, ma penso che per far sta vita sia più intelligente finirla
lì.
Chiusa parentesi.
Addirittura qua ci sono parecchi locali
in cui tutti fumano il narghilè. Il contenuto è racchiuso dentro della
stagnola, sulla quale vengono posati dei carboni ardenti. Cosa fumino
non lo so. I clienti sono per lo più studenti per cui tutto è
possibile, compresa la possibilità che Auckland sia una specie di
Amsterdam per il sud Asia. Mi informerò.
In compenso molti locali
sono BYO, che significa che se vuoi bere alcool te lo devi portare da
casa. Se vai in pizzeria, di birra non se ne parla, puoi al massimo
aspirare a una coca cola.
La sera vedi frotte di studenti che vanno
a cenare ognuno con la sua bottiglia. In un gruppo di 15 ne ho contato
12. Sarà, ma a me hanno messo depressione. Son moralista e me ne vanto.
Una nota sui Maori. Questa popolazione appartiene allo stesso ceppo
degli abitanti delle Fiji, Nuova Guinea, ecc, neanche parenti con gli
aborigeni australiani che sono una cosa a parte, fisicamente molto
diversi. Però, sarà l'acqua o sarà l'aria, i maori rispetto agli altri
abitanti del sud asia, sono giganteschi. Hanno una fisionomia molto
particolare, tanto che è facile riconiscerli per strada, ma non
altrettanto distinguerli tra loro. Ad Auckland ne incontri molti, ma
non sono la popolazione più numerosa.
Le donne maori sono per lo più
alte un metro e ottanta, hanno una corporatura grande e due mani che
che sono un manifesto in favore della fedeltà coniugale maschile. La
cosa sorprendente è che questi marcantoni di donne, sono nel complesso
molto carine, hanno una loro armonia, come armonico e luminoso è il loro
volto quando sorridono o ridono di gusto. Sono fatte con lo stampino:
potrei giurare di aver visto la nostra hostess ben 4 volte nella stessa
sera, ma non lo credo io stesso possibile
I maschi maori sono
anch'essi apparentemente tutti uguali, anch'essi affetti da gigantismo e
ugualmente ben messi e proporzionati.
Siamo stati a vedere il Museo
di Auckland, molto grande e pieno di cose diverse e interessanti. C'è
pure la parte della civiltà Maori, con tanto di spettacolo di danza
etnica, che ci siamo persi perchè tardi. La raccolta di oggetti è molto
bella e ricca, con utensili di uso comune e da guerra molto fini e
lavorati. Una civiltà molto interessante.
Quando vedi tutte queste
cose, ti coglie un senso di ammirazione, rispetto alle soluzioni
abitative trovate, la cura artistica nel decorare gli oggetti e gli
aspetti organizzativi. Poi realizzi che non stai guardando il museo
egizio di Torino e che quando questi erano oggetti della vita quotidiana
Maori, in Occidente avevamo già avuto Leonardo da Vinci, Bach, per non
parlare di Pitagora o Platone. Nell'uguale scorrrere del tempo e delle
stagioni, è incredibile come nel mondo ci siano stati sviluppi,
accelerazioni e progressi tanto diversi.
Saranno stati più felici
di noi? Dall'aver sbattuto contro l'invasore inglese hanno perso e
guadagnato molto, ma il totale è di segno negativo o positivo?
Sono uscito dal museo con tante domande, per lo più sceme e accademiche, visto che l storia è andata come è andata.
All'ultimo piano c'è il War Memorial dei neo zelandesi. Pur essendo
ben fatto e curato, ce lo siamo goduti poco, perchè da un lato i due
piccoli eran cotti, dall'altro ci mancavano completamente i riferimenti
storici per capire esattamente di quali guerre parlassero. Sapevo della
seconda guerra mondiale, ma nella prima cosa ci facevano, con chi
stavano? Nebbia. Nella guerra boera? Peggio mi sento, ho vaghi ricordi
inerenti al Sud Africa, ma non apro bocca per evitare figuracce.
Ci
sarà stato un cenno alle guerre locali, quelle tra conquistatori inglesi
e maori, la cui civiltà era tanto decantata solo un piano sotto? Io
l'ho cercato, ma non lo visto.
Devo dire che mi è venuta voglia di
studiare un po' di storia Australiana. Mi sembra una buona strada per
cominciare a conoscere le cose, a capire da dove vengono per intuire
dove stiamo andando. Quando torno a casa lo faccio.
Anche geografia non guasterebbe, ma non mi piace.
Siamo stati poi all'isola di Wayheke. A dire il vero dovevamo andare
altrove ma abbiamo perso l'ultimo traghetto per cui abbiamo fatto di
necessità virtù. Appena sbarchi trovi una piccola bacheca della polizia
con tanto di avvisi di "taglia"; due riguardavano due ceffi
"indesiderati" sull'isola, sul terzo sotto il viso di un tizio mezzo
pustoloso, campeggiava la grande scritta WANTED. Tutti e tre recitavano
di avvisare la polizia se in possesso di informazioni sulla loro
presenza sull'isola. Cosa che se uno è niente niente psicolabile o
influenzabile rischia di vederli poi ovunque. La Maru a un certo punto
affermava di averne visto uno, ma per fortuna non ha diramato nessun
all'allarme. Pittoresco, molto pittoresco.
Per risparmiare, abbiamo
fatto una camminata sotto il sole fino alla prima spiaggia, ma ne è
valsa la pena: una spiaggia immensa, dalla sabbia fine e compatta, un
mare spettacolare in una cornice di promontori, tutto verde e palme. A
prima vista nella sabbia c'erano tantissime pietroline, che poi si
rivelavano essere migliaia e migliaia conchiglie di varia fattura e
colore.
L'acqua era gelida e inoltre avevamo tutti ben presente il
serio problema degli squali, meduse assassine e tutta quella serie di
bestioline pronte a porre fine alla vacanza ed esistenza tue. Il fondale
era sabbioso e, incredibile, se affondavi le mani nella sabbia tiravi
su manciate di muscoli, paguri e specie molluschi mai visti. Una natura
padrona assoluta della scena. Più tardi ci siamo spostati verso la parte
rocciosa e qui potevi trovare stelle marine che si muovevano nelle
pozze e tantissimi paguri, che andavano in giro con la conchiglia,
lottando contro la risacca e i nostri piedi, che a fatica cercavano di
evitarli.
Auckland mi è piaciuta, meno i neozelandesi. Rispetto agli
australiani sono meno accoglienti, anzi decisamente più scortesi con i
turisti. Sembrano in generale più stressati, tesi e nevrotici.
Probabilmente come in ogni città europea, ma se arrivi da Canberra ti
colpisce il cambio di ritmo e la minor serenità.
Domani torniamo a
casa. Da residenti permanenti. Siamo felici di essere riusciti a
raggiunge questo obiettivo e di poterlo regalare ai nostri figli, ai
quali abbiamo cercato di spiegare cosa stava succedendo in questi
giorni. Dopo parole e parole di spiegazione sull'essere residenti
permamenti, la Noemi ha concluso che non "è mica facile diventare
presidenti dell'Australia..." Chissà, magari crescendo...
postato da Pseudo @ 14:31
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