lunedì 13 febbraio 2012

Diario dell'australiano Data australe 11 febbraio 2012

Auckland è una bella città, caotica quasi quanto Sydney, ma con vie molto belle e localini con dehors pieni di gente seduti a bere. Ci sono molte più persone che fumano, segno che qui il tabagismo non è stigmatizzato come in Australia.
Apro una parentesi. Gli australiani sono gente molto tollerante, ma hanno intrapreso una dura guerra contro le sigarette. senza eclusione di colpi. Le armi vanno da immagini truculente di polmoni anneriti in bella vista sui pacchetti o in tv, ad avvertimenti ossessivi di quanto faccia male fumare e bene invece smetterla. Su giornali e in tv è tutto un consigliare, minacciare e incoraggiare, al fine di farti desistere al più presto. Addirittura in tv c'è un programa televisivo, in cui ex fumatori raccontano come siano riusciti a stoppare il vizio col fumo.
Ovunque è vietato fumare, a Canberra anche nei dehors dei bar e il tabacco costa più del doppio che in Italia. I poveri fumatori fanno abbastanza pena, in quanto il rito della sigaretta, perde tutto il suo carattere sociale per diventare qualcosa di simile al buco di un tossico: in solitudine, seduti per terra, infrattati e circondati da sguardi di condanna. Il mio sguardo di attuale fumatore solo onirico (i miei sogni sono in ritardo e in questa vita parallela continuo a comprare tabacco e fumare sigarette) non è di condanna, ma penso che per far sta vita sia più intelligente finirla lì.
Chiusa parentesi.
Addirittura qua ci sono parecchi locali in cui tutti fumano il narghilè. Il contenuto è racchiuso dentro della stagnola, sulla quale vengono posati dei carboni ardenti. Cosa fumino non lo so. I clienti sono per lo più studenti per cui tutto è possibile, compresa la possibilità che Auckland sia una specie di Amsterdam per il sud Asia. Mi informerò.
In compenso molti locali sono BYO, che significa che se vuoi bere alcool te lo devi portare da casa. Se vai in pizzeria, di birra non se ne parla, puoi al massimo aspirare a una coca cola.
La sera vedi frotte di studenti che vanno a cenare ognuno con la sua bottiglia. In un gruppo di 15 ne ho contato 12. Sarà, ma a me hanno messo depressione. Son moralista e me ne vanto.
Una nota sui Maori. Questa popolazione appartiene allo stesso ceppo degli abitanti delle Fiji, Nuova Guinea, ecc, neanche parenti con gli aborigeni australiani che sono una cosa a parte, fisicamente molto diversi. Però, sarà l'acqua o sarà l'aria, i maori rispetto agli altri abitanti del sud asia, sono giganteschi. Hanno una fisionomia molto particolare, tanto che è facile riconiscerli per strada, ma non altrettanto distinguerli tra loro. Ad Auckland ne incontri molti, ma non sono la popolazione più numerosa.
Le donne maori sono per lo più alte un metro e ottanta, hanno una corporatura grande e due mani che che sono un manifesto in favore della fedeltà coniugale maschile. La cosa sorprendente è che questi marcantoni di donne, sono nel complesso molto carine, hanno una loro armonia, come armonico e luminoso è il loro volto quando sorridono o ridono di gusto. Sono fatte con lo stampino: potrei giurare di aver visto la nostra hostess ben 4 volte nella stessa sera, ma non lo credo io stesso possibile
I maschi maori sono anch'essi apparentemente tutti uguali, anch'essi affetti da gigantismo e ugualmente ben messi e proporzionati.
Siamo stati a vedere il Museo di Auckland, molto grande e pieno di cose diverse e interessanti. C'è pure la parte della civiltà Maori, con tanto di spettacolo di danza etnica, che ci siamo persi perchè tardi. La raccolta di oggetti è molto bella e ricca, con utensili di uso comune e da guerra molto fini e lavorati. Una civiltà molto interessante.
Quando vedi tutte queste cose, ti coglie un senso di ammirazione, rispetto alle soluzioni abitative trovate, la cura artistica nel decorare gli oggetti e gli aspetti organizzativi. Poi realizzi che non stai guardando il museo egizio di Torino e che quando questi erano oggetti della vita quotidiana Maori, in Occidente avevamo già avuto Leonardo da Vinci, Bach, per non parlare di Pitagora o Platone. Nell'uguale scorrrere del tempo e delle stagioni, è incredibile come nel mondo ci siano stati sviluppi, accelerazioni e progressi tanto diversi.
Saranno stati più felici di noi? Dall'aver sbattuto contro l'invasore inglese hanno perso e guadagnato molto, ma il totale è di segno negativo o positivo?
Sono uscito dal museo con tante domande, per lo più sceme e accademiche, visto che l storia è andata come è andata.
All'ultimo piano c'è il War Memorial dei neo zelandesi. Pur essendo ben fatto e curato, ce lo siamo goduti poco, perchè da un lato i due piccoli eran cotti, dall'altro ci mancavano completamente i riferimenti storici per capire esattamente di quali guerre parlassero. Sapevo della seconda guerra mondiale, ma nella prima cosa ci facevano, con chi stavano? Nebbia. Nella guerra boera? Peggio mi sento, ho vaghi ricordi inerenti al Sud Africa, ma non apro bocca per evitare figuracce.
Ci sarà stato un cenno alle guerre locali, quelle tra conquistatori inglesi e maori, la cui civiltà era tanto decantata solo un piano sotto? Io l'ho cercato, ma non lo visto.
Devo dire che mi è venuta voglia di studiare un po' di storia Australiana. Mi sembra una buona strada per cominciare a conoscere le cose, a capire da dove vengono per intuire dove stiamo andando. Quando torno a casa lo faccio.
Anche geografia non guasterebbe, ma non mi piace.
Siamo stati poi all'isola di Wayheke. A dire il vero dovevamo andare altrove ma abbiamo perso l'ultimo traghetto per cui abbiamo fatto di necessità virtù. Appena sbarchi trovi una piccola bacheca della polizia con tanto di avvisi di "taglia"; due riguardavano due ceffi "indesiderati" sull'isola, sul terzo sotto il viso di un tizio mezzo pustoloso, campeggiava la grande scritta WANTED. Tutti e tre recitavano di avvisare la polizia se in possesso di informazioni sulla loro presenza sull'isola. Cosa che se uno è niente niente psicolabile o influenzabile rischia di vederli poi ovunque. La Maru a un certo punto affermava di averne visto uno, ma per fortuna non ha diramato nessun all'allarme. Pittoresco, molto pittoresco.
Per risparmiare, abbiamo fatto una camminata sotto il sole fino alla prima spiaggia, ma ne è valsa la pena: una spiaggia immensa, dalla sabbia fine e compatta, un mare spettacolare in una cornice di promontori, tutto verde e palme. A prima vista nella sabbia c'erano tantissime pietroline, che poi si rivelavano essere migliaia e migliaia conchiglie di varia fattura e colore.
L'acqua era gelida e inoltre avevamo tutti ben presente il serio problema degli squali, meduse assassine e tutta quella serie di bestioline pronte a porre fine alla vacanza ed esistenza tue. Il fondale era sabbioso e, incredibile, se affondavi le mani nella sabbia tiravi su manciate di muscoli, paguri e specie molluschi mai visti. Una natura padrona assoluta della scena. Più tardi ci siamo spostati verso la parte rocciosa e qui potevi trovare stelle marine che si muovevano nelle pozze e tantissimi paguri, che andavano in giro con la conchiglia, lottando contro la risacca e i nostri piedi, che a fatica cercavano di evitarli.
Auckland mi è piaciuta, meno i neozelandesi. Rispetto agli australiani sono meno accoglienti, anzi decisamente più scortesi con i turisti. Sembrano in generale più stressati, tesi e nevrotici. Probabilmente come in ogni città europea, ma se arrivi da Canberra ti colpisce il cambio di ritmo e la minor serenità.
Domani torniamo a casa. Da residenti permanenti. Siamo felici di essere riusciti a raggiunge questo obiettivo e di poterlo regalare ai nostri figli, ai quali abbiamo cercato di spiegare cosa stava succedendo in questi giorni. Dopo parole e parole di spiegazione sull'essere residenti permamenti, la Noemi ha concluso che non "è mica facile diventare presidenti dell'Australia..." Chissà, magari crescendo...

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