mercoledì 22 febbraio 2012

Diario dell'australiano Data australe 22 febbraio 2012


Aggiornamento della situazione
I bambini vanno a scuola regolarmente. Il "nemico" di Daniel ha un nome "Danil", sembra sia russo e ora è diventato il suo migliore amico. Alla notizia è stato coperto di insulti dall'intera famiglia. Meno male che ce l'ha comunicato: io stavo già preparando la testa di cavallo da far trovare nel letto del giovine. Ho visto in un film che è una forma di comunicazione usata dagli italiani all'estero, per esprimere un leggero disappunto.
La Noemi evolve. Da due giorni sale sul pulmino e oggi scendendo ha pure detto "tank you" al guidante. Dai suoi racconti sembra ancora comunicare poco con i compagni, ma ha smesso di piangere e siamo contenti così. Anche la Anna è contenta; va a momenti, ma del resto crescendo aumenta la posta in palio, sia a livello di impegno che di relazioni.
La Maru ha finito il suo periodo di solo studio e da oggi la ditta l'ha mandata fissa da un cliente. Mi sembra contenta, fiduciosa e volenterosa di far bene, come mai l'ho vista. Quindi bene.
Io ho cominciato le mie lezioni di inglese. Siamo una classe di 11 - 12 elementi, tutti non australiani e sono l’unico italiano. Ci sono 3 russi, 3 vietnamiti, 1 colombiana, 1 coreano, 1 birmano, 1 cinese ed io.
Tutti insieme è un vero spasso, in quanto con tutti questi accenti capirsi è un delirio. Non di rado, quando penso stiano parlando tra loro in lingua madre, scopro molto dopo che invece stanno conversando in inglese. Ho già rischiato diverse volte figure barbine. Un disastro.
La prof mischia lezioni di lingua inglese con lezioni di educazione civica, sull'organizzazione politica australiana.
A precisa sua domanda ognuno ha detto se veniva o meno da un paese democratico.
Devo dire che è la prima volta che mi trovo di condividere così tanto tempo, buona parte di speranze e sogni, essere insomma tanto vicino e prossimo, con persone che non hanno mai conosciuto una vita in democrazia, che non sappiano cosa sia un voto o i diritti garantiti da una costituzione libera. Siamo tutti insieme, chiusi in una stanza e dire e fare le stesse cose, eppure veniamo da culture e storie così diverse e all'apparenza incomunicabili.
Chissà cosa significa per loro questa avventura Australiana, cosa gli dice al cuore, che sorprese gli regala e se anche loro scrivono un diario, annotando quello che notano di bello e strano. Nella mia vita mai avrei pensato di incontrare un birmano, di prendere per il culo la prof con un coreano o conoscere 3 vietnamiti. Ogni tanto  nella pausa vado a veder sulla cartina dove siano i diversi paesi, così per prendermene una vista e magari evitare dichiarazioni imbarazzanti.

Qui in Australia è un porto di mare, trovi veramente gente di ogni dove. Nel complesso funziona e ci sono un sacco di stranieri perfettamente integrati nella società, malgrado non sia facile mettere insieme tradizioni, costumi, credi e modi di intendere la vita tanto diversi.
Proprio per far fronte a questa complessa situazione in Australia hanno delle  strategie di comunicazione molto efficaci, capaci di raggiungere persone di ogni razza e nazione.
Primo: non dare nulla per scontato, credendo cioè che gli altri sentano e vedano le cose come noi.
Ad esempio sulle scale della mia scuola campeggia questo cartello: "se le scale sono bagnate, usate il passamano". Avvertimento che suona di per sé banale, anche perché è difficile ipotizzare un altro uso per quel tubo di ferro attaccato al muro che corre lungo le scale. Però per non saper né leggere né scrivere l'australiano ne precisa l'uso per evitare che qualcuno lo possa usare come attaccapanni o camminarci sopra, come un funambulo. Oppure rischi il collo sul bagnato.
In una pubblicazione per immigrati fatta dal governo, si legge a pagina 29 "solitamente gli australiani dicono "please" quando chiedono qualcosa e "thank you" quando qualcuno li aiuta o dà loro qualcosa. È considerato maleducazione non dire "please" o "thank'you. [.] Gli australiani dicono "excuse me" quando ruttano in pubblico o a casa di qualcuno. [.] La maggior parte degli australiani si soffia il naso utilizzando fazzoletti di stoffa o di carta e non direttamente per terra. Si usa lo stesso metodo anche per sputare. Molte persone dicono "bless you" quando qualcuno stranutisce ( questa la frase, che  letteralmente vuol dire "sii benedetto", non è usata con intento religioso). [.] È importante sapere che alcuni comportamenti non sono considerati solo scortesi, ma anche proibiti alla legge. Sono esempi di comportamenti offensivi bestemmiare e sputare in pubblico, defecare o urinare in qualsiasi posto che non sia un bagno pubblico o privato".
Quando ho letto la prima volta queste raccomandazioni mi veniva da ridere. Adesso ripenso ai tanti ragazzotti "marocchini" che pisciavano in ogni dove in Centro Storico a Genova e comincio a vedere il problema da una prospettiva diversa. Forse la questione non è che sono maleducati incurabili ma che noi non siamo capaci di fornir loro informazioni per che possano capire e li aiutino a  comportarsi. Non credo si possa ipotizzare che gli stranieri siano tutti maleducati di default. Forse diamo per scontate sensibilità e attenzioni che sono solo nostre.
Secondo: essere diretti. Ti interessa dire ai fumatori del pericolo cancro ai polmoni? Metti fotografie degli stessi, anneriti e marcescenti, su ogni pacchetto. Vuoi sensibilizzare sul pericolo del melanoma e i comportamenti per evitarlo? Sui giornali trovi frasi del tipo “Benvenuti in Australia, Capitale mondiale del melanoma”. Diretti e comprensibili.
Sul melanoma poi è una vera e propria crociata. Rispetto ad un australiano Dracula è un dilettante. Senza berretto ai bambini è fatta proibizione assoluta di uscire in cortile a ricreazione e in spiaggia hanno così tanta crema addosso da sembrare Pierot.
Sul giornale ogni giorno puoi trovare le previsioni del tempo, massima e minima e poi “l’u.v. index”, un numerino che ti dice la potenza dei raggi ultra violetti; oggi era 12, considerato “estreme” (a 15 praticamente sei fottuto, melanoma subito).
Capita che mentre guardi un film , tra la reclame improvvisamente compaia il viso felice di un giovine, in una sequenza di fotografie che lo ritraggono a scuola, a rugby, con gli amici e una voce fuori campo dica “John non credeva di poter prendere un melanoma, ma è morto a 24 anni”. La telecamera poi si ferma sui genitori, una maschera di dolore che ti guarda. Ti senti male e ti mandano in merda il resto del film. Ma lo capisci e ti resta impresso.
Perché il messaggio arrivi non rinunciano ad essere iettatori. Foto di un ragazzo al mare, petto nudo, tavola da surf, mare sullo sfondo. Ti aspetti una reclame della Coca Cola o di preservativi, invece la scritta dice “Condizioni perfette per un melanoma”. Oppure mentre guidi verso Canberra, sull’austrada trovi cartelli che recitano “la gente su queste strade, ci muore!”. Ci credo, perché passa il tempo a toccarsi, maledetti.

Tutto il mondo è paese. Se sei in piena nostalgia dell’Italia e della sua politica, accendi in telegiornale e segui la politica australiana: ti senti a casa. L’altra mattina ho seguito dei dibattiti dei parlamentari e quelli nostri, di Roma, sembrano educande.
Poi qui tira una brutta aria per il primo ministro, la signora Julia Gillard. Lei due anni fa era vice Primo Ministro, quando il partito laburista consigliò caldamente al Primo Ministro in carica, tale Kevin Rudd di dimettersi, in quanto i sondaggi davano il partito in caduta libera. Lo stesso partito chiese alla vice, Julia Gillard di prendere il suo posto e lei accettò diventando la prima donna Primo Ministro dell’Asutralia. Ora si è venuto a sapere che lei già 15 giorni prima delle dimissione di Rudd aveva già preparato il suo discorso di insediamento e che abbia collaborato con un certo entusiasmo alla sua defenestrazione. Il quale nel frattempo è il suo attuale Ministro degli Esteri, anzi proprio all’estero mentre qui infuriava la polemica su Julia. Oggi il ministro Rudd si è dimesso, dicendo che non intende stare in un tale governo (sottinteso con un tale Primo Ministro). Insomma una telenovela. Ora potrebbe succedere che il governo debba dimettersi e in caso di elezioni la destra dovrebbe avere vittoria facile. Insomma, si consoli Bersani, quanto a capacità masochistiche e suicide i laburisti sono bravi quasi quanto il PD.

3 Commenti:

Alle 4 gennaio 2016 alle ore 21:46:00 GMT-8 , Blogger oakleyses ha detto...

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