martedì 3 aprile 2012

Diario di un australiano Data australe 30 marzo 2012

Nota: causa sforamento quota mensile, siano rimasti senza internet o quasi, per una settimana. Adesso funziona di nuovo.

Hanno finalmente arrestato tale Malcom Naden, un tizio accusato di omicidio e altri reati che per 7 anni è rimasto nel bush e rubando cibo qui e là, perfino stazionando giorni dentro a uno zoo. Ogni popolo cerca di sfuggire alla gattabuia come può. In America si lanciano in folli inseguimenti in maccchina, lunghissime fughe fra pedoni e ostacoli, che si concludono sempre con ginnici scavalcamenti di reti e giardini. In italia un tempo si scappava sull’Aspromonte, adesso invece costruiscono comodi monolocali sotterranei, nei quali rinchiudersi per avere pace e tranquillità. Qui in Australia, si lanciano in annosi viaggi nella foresta, dove sembrano scomparire del tutto. Molti di questi figuri assumono poi connotazioni mitiche, una sorta di briganti moderni e hai l’impressione che la gente finisca per fare il tifo per questi novelli Robin Hood, dimentichi che si tratta per lo più di assassini e non di romantici birbantelli. Per stanare il transfugo si mobilitano per anni forze immense, centinaia di poliziotti, elicotteri e cani, in una caccia che sembra infinita.
Certo che hanno vita facile, visto le dimensioni del continente e la scarsità di popolazione. Da noi per quanto di imboschi rischi sempre di beccare qualche coppietta in camporella, anziani per funghi o miopi cacciatori che ti impallinano scambiandoti per un cinghiale. Qui tra deserto, foreste e riserve, pur impegnandoti, fai tempo a vivere tre vite prima di incontrare anima viva. Non so bene quanti siano attualmente i latitanti, ma da quando sono qui ne ho sentiti già diversi, per cui  che da qualche parte c’è sempre un Rambo pronto a fucilarti o sgozzarti con un coltello versione magnum.

La società australiana è decisamente ricca. E’ innegabile e lo riscontri in ogni dove, dai centri commerciali ai vestiti della gente, passando per le macchine che trovi per strada. Però stranamente hanno molta meno puzza sotto il naso di noi. Ad esempio qui coltivano una certa passione per l’usato, secondo la logica che se a me non serve più una cosa, ci può essere qualcuno altro a cui può interessare. In sintesi la pattumiera è solo l’ultima delle ipotesi e delle soluzioni.
Nei miei giri in bici o per la spesa mi è capitato di vedere abbandonati nei giardini di casa oggetti di ogni tipo, evidentemente assimilabili a cose da buttare. Inizialmente, con un brivido alla schiena, temevo di aver trovato una  nuova perversione dell’australe popolo; quando intende sbarazarsi dei rifiuti ingombranti li getta in giardino, in attesa che qualcuno li raccatti. Un usa e getta simile a quello dei carrelli. Avevo però qualche dubbio, in quanto non capivo perché l’astuto australiano se li scaricasse nel proprio giardino, invece di gettarli in quello del vicino o, come in Italia, in qualche parco o riserva naturale. Con un supplemento di indagine ho scoperto che quando uno vuol gettare via qualcosa ( divani, boiler, frigoriferi, ecc.) pochi giorni prima del ritiro da parte dei netturbini, lo mette in giardino, in modo che qualcuno interessato possa prenderselo for free.
Nel nostro quartiere, decisamente borghese, siamo andati a vedere un divano che ci interessava in un giardino di una casa vicina. Lo avevano fasciato nella plastica per proteggerlo dalla pioggia, ma l’eccezionalità delle perturbazioni aveva reso vano questa attenzione. Peccato, perchè poteva pure andarci bene ed era abbastanza ben tenuto.
E’ una buona pratica che permette di risparmiare soldi e risorse ambientali, evitando sprechi.
Qui a Canberra c’è anche  “Trash and Treasur”, un mercato di sole cose di seconda mano: vestiti, giochi, e un sacco di altro. L’ingresso è a offerta libera, mentre per 10 dollari puoi avere il permesso di vendere le tue cose. Devi solo arrivare presto perché chi prima arriva, meglio espone. Ci siamo andati con Cristi ed è veramente affascinante, una specie di mercato delle pulci con roba di ogni genere e puoi fare veri affari. Ricorda quando da bambini, con cassette che diventavano banconi, vendevamo i “Topolini”e altre cose preziosissime a colleghi bambini e signore compassionevoli. Quei gioco ci sembra va una cosa serissima e gli spiccioli ottenuti, tesori dal valore immenso.
Poi crescendo si perde la semplicità di questi gesti e ci si riempie la testa di belinate. Il consumismo ci mette il resto e ci convince che tutto deve essere nuovo e lustro, perché è così che si fa per essere felici e benestanti. Ma anche da noi le cose stanno, per fortuna, cambiando.

Vi segnalo una cosa bellache il pratico australiano ha escogitato per semplificarsi la vita. Quando in Italia si resta senza contante, si deve andare a caccia di un bancomat, anzi quel bancomat, per evitare di pagare l’ìodiosa tassa ad una banca non tua (conosco persone che girano con la lista dei bancomat delle propria banca nel portafoglio per andare a colpo sicuro, un po’ come quelli che viaggiano per l’Italia con la macchina a metano).
Esistono però altri luoghi carichi di contante che avrebbero ogni interesse a liberarsene in cambio di denaro elettronico: i negozi. Qui in Australia è possibile utilizzare ogni esercizio commerciale, ristoranti compresi, come un bancomat.  Fai la tua spesa e alla fine chiedi di poter ritirare del contante (50, 100, 200 dollari), il tipo controlla se li ha in cassa e te li da, senza commissione alcuna. Tu sei contento e lui anche perché si libera di carta moneta, che trasferisce direttamente in banca. Il gioco è talmente semplice e di reciproca convenienza che loro stessi ti chiedono se vuoi contante quando arrivi alla cassa a pagare. Qualcuno sa perché in Italia non si possa fare?

Un aggiornamento per quanto riguarda il rapporto pedoni e macchine.
Qui il pedone sulle strisce ha tutti i diritti. Attraversano uno o due alla volta, spuntando dal nulla come funghi, diventano un fiume continuo e senza soluzione di continuità. Tu, alla guida, simuli pazienza e ostenti tranquillità, quando in realtà, dopo trenta secondi, vorresti sterminarli tutti.
Loro continuano ad arrivare, conversando amabilmente e ignorando bellamente te e la coda che nel frattempo si è formata. Quando arrivi a ipotizzare di essere su Candid Camera e cominci ad osservarli con attenzione, ipotizzando che siano gli stessi ad andare avanti e indietro, si crea un buco nel quale immediatamente infili la tua macchina e sfrecci soddisfatto fino al prossimo passaggio pedonale 15 metri più avanti. Son soddisfazioni.
Avete presente quando un autista compassionevole si ferma e fa segno, magnanimo e compassionevole, ai pedoni di passare? Qui succede la stessa cosa, ma al contrario: sono i pedoni che per pietà fanno passare le macchine.
Proprio questa frustrazione repressa, questo dover sottostare a miseri pedoni, magari pure pezzari, pur avendo fior di cavalli motore sotto il culo, porta l’automobilista ad essere particolarmente vendicativo con i pedoni fuori dalle strisce.
Avevo già accennato al fatto che è poco apprezzato il tentativo di attraversare la strada quando non ne hai il diritto, anzi è un comportamento che può provocare imbarazzanti incomprensioni . Ho scoperto invece un altro tipo di reazione, direi pedagogica, che può scattare in questi casi. Strada a tre corsie, piove, traffico scarso. Un ragazzotto, vestito da "me ne fotto" (jeans corti e petto nudo), per la fretta o per la pioggia, attraversa due corsie e si ferma per far passare una macchina e poter quindi raggiungere l'opposto marciapiede. Non mi risulta che il giovinotto abbia fatto o detto nulla, ma di fatto la macchina è passata, si è fermata e quando il tipo ha cominciato ad attraversare la corsia ormai libera, ha ingranato la retro e gli ha dato un colpo che lo ha spostato almeno di un metro e mezzo. Quindi è ripartita. Da noi una cosa del genere avrebbe fatto scattare improperi e inseguimenti o una corsa a segnare targa e reperire testimoni. Invece il giovane si è limitato a fare il dito, per poi andarsene per la sua strada, quasi fosse conscio di esserselo in qualche modo meritato. Io e la Maru eravamo attoniti.
Comunque a scanso di equivoci, non attraversate la strada fuori dalle strisce, ve ne prego.

1 Commenti:

Alle 16 maggio 2012 alle ore 15:10:00 GMT-7 , Anonymous katia ha detto...

da ex commerciante e da attuale impiegata che controlla tra l'altro anche gli incassi fatti con pos e carte di credito ti dico che ogni entrata fatta via carta o bancomat in italia è tassata...ha una commissione bancaria .... attualmente alla ditta presso la quale lavoro viene applicata una percentuale dello 0.55% se l'incasso è fatto con il bancomat .... dell'1% se è una carta di credito....del 3.50% se è una carta aericanexpress e del 4% se è diners club.....per cui al commerciante chi glielo fa fare di darti il contante?!|?|?
in pratica se ti da 100 euro a lui in banca gliene arrivano netti 99.45 .... :-)

 

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