Aggiornamento della situazione
I bambini vanno a scuola regolarmente. Il
"nemico" di Daniel ha un nome "Danil", sembra sia russo e
ora è diventato il suo migliore amico. Alla notizia è stato coperto di insulti
dall'intera famiglia. Meno male che ce l'ha comunicato: io stavo già preparando
la testa di cavallo da far trovare nel letto del giovine. Ho visto in un film
che è una forma di comunicazione usata dagli italiani all'estero, per esprimere
un leggero disappunto.
La Noemi evolve. Da due giorni sale sul pulmino e oggi
scendendo ha pure detto "tank you" al guidante. Dai suoi racconti sembra ancora comunicare poco con i
compagni, ma ha smesso di piangere e siamo contenti così. Anche la Anna è
contenta; va a momenti, ma del resto crescendo aumenta la posta in palio, sia a
livello di impegno che di relazioni.
La Maru ha finito il suo periodo di solo studio e da
oggi la ditta l'ha mandata fissa da un cliente. Mi sembra contenta, fiduciosa e
volenterosa di far bene, come mai l'ho vista. Quindi bene.
Io ho cominciato le mie lezioni di inglese. Siamo una
classe di 11 - 12 elementi, tutti non australiani e sono l’unico italiano. Ci
sono 3 russi, 3 vietnamiti, 1 colombiana, 1 coreano, 1 birmano, 1 cinese ed io.
Tutti insieme è un vero spasso, in quanto con tutti
questi accenti capirsi è un delirio. Non di rado, quando penso stiano parlando
tra loro in lingua madre, scopro molto dopo che invece stanno conversando in inglese.
Ho già rischiato diverse volte figure barbine. Un disastro.
La prof mischia lezioni di lingua inglese con lezioni
di educazione civica, sull'organizzazione politica australiana.
A precisa sua domanda ognuno ha detto se veniva o meno
da un paese democratico.
Devo dire che è la prima volta che mi trovo di
condividere così tanto tempo, buona parte di speranze e sogni, essere insomma
tanto vicino e prossimo, con persone che non hanno mai conosciuto una vita in
democrazia, che non sappiano cosa sia un voto o i diritti garantiti da una
costituzione libera. Siamo tutti insieme, chiusi in una stanza e dire e fare le
stesse cose, eppure veniamo da culture e storie così diverse e all'apparenza incomunicabili.
Chissà cosa significa per loro questa avventura
Australiana, cosa gli dice al cuore, che sorprese gli regala e se anche loro
scrivono un diario, annotando quello che notano di bello e strano. Nella mia
vita mai avrei pensato di incontrare un birmano, di prendere per il culo la
prof con un coreano o conoscere 3 vietnamiti. Ogni tanto nella pausa vado a veder sulla cartina dove
siano i diversi paesi, così per prendermene una vista e magari evitare dichiarazioni
imbarazzanti.
Qui in Australia è un porto di mare, trovi veramente
gente di ogni dove. Nel complesso funziona e ci sono un sacco di stranieri
perfettamente integrati nella società, malgrado non sia facile mettere insieme
tradizioni, costumi, credi e modi di intendere la vita tanto diversi.
Proprio per far fronte a questa complessa situazione
in Australia hanno delle strategie di comunicazione
molto efficaci, capaci di raggiungere persone di ogni razza e nazione.
Primo: non dare nulla per scontato, credendo cioè che
gli altri sentano e vedano le cose come noi.
Ad esempio sulle scale della mia scuola campeggia
questo cartello: "se le scale sono bagnate, usate il passamano". Avvertimento
che suona di per sé banale, anche perché è difficile ipotizzare un altro uso
per quel tubo di ferro attaccato al muro che corre lungo le scale. Però per non
saper né leggere né scrivere l'australiano ne precisa l'uso per evitare che
qualcuno lo possa usare come attaccapanni o camminarci sopra, come un
funambulo. Oppure rischi il collo sul bagnato.
In una pubblicazione per immigrati fatta dal governo,
si legge a pagina 29 "solitamente gli australiani dicono
"please" quando chiedono qualcosa e "thank you" quando qualcuno
li aiuta o dà loro qualcosa. È considerato maleducazione non dire
"please" o "thank'you. [.] Gli australiani dicono "excuse
me" quando ruttano in pubblico o a casa di qualcuno. [.] La maggior parte
degli australiani si soffia il naso utilizzando fazzoletti di stoffa o di carta
e non direttamente per terra. Si usa lo stesso metodo anche per sputare. Molte
persone dicono "bless you" quando qualcuno stranutisce ( questa la
frase, che letteralmente vuol dire
"sii benedetto", non è usata con intento religioso). [.] È importante
sapere che alcuni comportamenti non sono considerati solo scortesi, ma anche proibiti
alla legge. Sono esempi di comportamenti offensivi bestemmiare e sputare in
pubblico, defecare o urinare in qualsiasi posto che non sia un bagno pubblico o
privato".
Quando ho letto la prima volta queste raccomandazioni
mi veniva da ridere. Adesso ripenso ai tanti ragazzotti "marocchini"
che pisciavano in ogni dove in Centro Storico a Genova e comincio a vedere il
problema da una prospettiva diversa. Forse la questione non è che sono maleducati
incurabili ma che noi non siamo capaci di fornir loro informazioni per che possano
capire e li aiutino a comportarsi. Non
credo si possa ipotizzare che gli stranieri siano tutti maleducati di default.
Forse diamo per scontate sensibilità e attenzioni che sono solo nostre.
Secondo: essere diretti. Ti interessa dire ai fumatori
del pericolo cancro ai polmoni? Metti fotografie degli stessi, anneriti e marcescenti,
su ogni pacchetto. Vuoi sensibilizzare sul pericolo del melanoma e i
comportamenti per evitarlo? Sui giornali trovi frasi del tipo “Benvenuti in Australia,
Capitale mondiale del melanoma”. Diretti e comprensibili.
Sul melanoma poi è una vera e propria crociata. Rispetto
ad un australiano Dracula è un dilettante. Senza berretto ai bambini è fatta
proibizione assoluta di uscire in cortile a ricreazione e in spiaggia hanno
così tanta crema addosso da sembrare Pierot.
Sul giornale ogni giorno puoi trovare le previsioni
del tempo, massima e minima e poi “l’u.v. index”, un numerino che ti dice la
potenza dei raggi ultra violetti; oggi era 12, considerato “estreme” (a 15
praticamente sei fottuto, melanoma subito).
Capita che mentre guardi un film , tra la reclame
improvvisamente compaia il viso felice di un giovine, in una sequenza di
fotografie che lo ritraggono a scuola, a rugby, con gli amici e una voce fuori
campo dica “John non credeva di poter prendere un melanoma, ma è morto a 24
anni”. La telecamera poi si ferma sui genitori, una maschera di dolore che ti guarda.
Ti senti male e ti mandano in merda il resto del film. Ma lo capisci e ti resta
impresso.
Perché il messaggio arrivi non rinunciano ad essere iettatori.
Foto di un ragazzo al mare, petto nudo, tavola da surf, mare sullo sfondo. Ti aspetti
una reclame della Coca Cola o di preservativi, invece la scritta dice “Condizioni
perfette per un melanoma”. Oppure mentre guidi verso Canberra, sull’austrada trovi
cartelli che recitano “la gente su queste strade, ci muore!”. Ci credo, perché passa
il tempo a toccarsi, maledetti.
Tutto il mondo è paese. Se sei in piena nostalgia dell’Italia
e della sua politica, accendi in telegiornale e segui la politica australiana:
ti senti a casa. L’altra mattina ho seguito dei dibattiti dei parlamentari e
quelli nostri, di Roma, sembrano educande.
Poi qui tira una brutta aria per il primo ministro, la
signora Julia Gillard. Lei due anni fa era vice Primo Ministro, quando il partito
laburista consigliò caldamente al Primo Ministro in carica, tale Kevin Rudd di
dimettersi, in quanto i sondaggi davano il partito in caduta libera. Lo stesso partito
chiese alla vice, Julia Gillard di prendere il suo posto e lei accettò
diventando la prima donna Primo Ministro dell’Asutralia. Ora si è venuto a
sapere che lei già 15 giorni prima delle dimissione di Rudd aveva già preparato
il suo discorso di insediamento e che abbia collaborato con un certo entusiasmo
alla sua defenestrazione. Il quale nel frattempo è il suo attuale Ministro
degli Esteri, anzi proprio all’estero mentre qui infuriava la polemica su
Julia. Oggi il ministro Rudd si è dimesso, dicendo che non intende stare in un
tale governo (sottinteso con un tale Primo Ministro). Insomma una telenovela.
Ora potrebbe succedere che il governo debba dimettersi e in caso di elezioni la
destra dovrebbe avere vittoria facile. Insomma, si consoli Bersani, quanto a
capacità masochistiche e suicide i laburisti sono bravi quasi quanto il PD.
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