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mercoledì 2 maggio 2012

Diario dell'australiano Data australe 2 maggio 2012

Aggiornamento: abbiamo avuto lo sfratto! Quindi entro luglio dobbiamo lasciare questa casa. Non che la cosa ci tolga il sonno, visto che abbiamo anche voglia di andar via di qui, visto il prezzo dell'affitto, ma ora la ricerca dell'alloggio diventa una priorità. Sabato abbiamo visto 5 case, tante, pure troppe, visto che alla fine finivano per diventare un blob indistinto di stanze, cucine, giardini e tetti a cui non sapevi più dare una collocazione precisa o un indirizzo certo.
Cercare casa è un dramma. Non solo per la difficoltà di quagliare esigenze personali e budget, ma soprattutto perchè apre uno spiraglio esistenziale, diventa una occasione per dare una svolta alla propria esistenza. In quanto a svolte avremmo già dato, ma intanto... C'è chi accenna ad una nascente vocazione bucolica, chi vuole la casa in centro, chi vicino alle scuole, chi col giardino grande per fare giardinaggio o un vero e proprio orto. Poi magari il bucolico non strapperà mai neppure un filo d'erba e il giardino sarà buono solo per le cacche della Naive, ma intanto in fase di scelta perchè non sognare di poter evolvere ed essere migliori? In questa accozzaglia di pensieri inespressi, di spinte volenterose verso il domani, una casa ti piace o non ti piace più per sensazioni che per reali ragioni, senti che non ti calza, non la senti tua. Allora tiri fuori frasi insensate per spiegare l'inspiegabile, contributi alla discussione che incasinano tutto e non fanno fare passi avanti. Finirà come dice il nonno Mariano: ne vedremo 20 e ne sceglieremo una per disperazione. Vi aggiornerò.

Molte volte su questo Diario ho dovuto scrivere pagine di lode e ammirazione per questo popolo che ci ha accolto. È realmente un posto dove si vive bene, le regole valgono per tutti e la cosa comune è patrimonio difeso e sentito da tutti.
Ma questa società bella da vedere e vivere, nasconde un passato tragico, carico di sofferenze e barbarie. Sto leggendo una "storia dell'Australia" e devo dire che è lettura avvincente. Questi coloni, per lo più galeotti, hanno scritto pagine di storia carica di eroismo e miseria, mista di coraggio e viltà, in un miscuglio confuso, un grumo di azioni e intenzioni di difficile lettura, anche adesso. 
Sembra incredibile che gli australiani di oggi siano gli stessi che hanno fatto carneficina degli Aborigeni. Ti viene quasi da pensare  che la società di oggi abbia sviluppato una specie di anticorpi, come un corpo che, memore delle malattie del passato, sviluppi protezioni e incremementi azioni opposte a quelle patologiche. Come quelli che quando smettono di fumare, provano nausea all'odore di una sigaretta, anche lontana.
 L'Australia del 1901 è in piena paranoia per i cinesi, che hanno cominciato da qualche anno ad emigrare qui. Solite accuse: lavorano per un tozzo di pane, danneggiano i lavoratori locali, sono maniaci del lavoro, senza regole nè etica. Il governo fedarale emette una legge, nella quale limita fortemente l'immigrazione degli asiatici. Nella prima stesura e nelle intenzioni del legislatore era presente una connotazione chiaramente razzista. Si affermava infatti la superiorità dei bianchi nei confronti dei non bianchi, i quali erano non desiderati. Questa impostazione, condivisa anche dalla "sinistra" dell'epoca, non era però ben vista dagli Inglesi, perchè li metteva in serio imbarazzo con altre popolazioni dell'Impero di sua Maestà, estendosi questo a paesi popolati da non bianchi. Il governo australiano fu costretto a cambiare e inventò il "dictation test". 
La motivazione teorica era comprensibile: se non sai la lingua non puoi entrare in Australia, per cui devi saper pronunciare correttamente almeno 15 parole. Solo che queste 15 parole non erano per forza in inglese, ma il doganiere a sua scelta poteva scegliere una qualsiasi lingua europea, così a ciocco. Per cui ad un indiano il test poteva essere fatto in svedese o ad un cinese poteva chiedere una chiara dizione in tedesco. Grandioso. 
Senza evidenti proclami razzisti potevano bloccare alla frontiera chi volevano. Infatti alcuni cinesi lavoratori, che già lavoravano in Australia, ma erano andati a casa per le feste, non sono mai più riusciti a rientrare, pur avendo qui magari moglie e figli.
E' rimasto famoso il caso di un giornalista austriaco nel 1936, comunista e per questo non gradito al governo. Per evitare che entrasse in Australia  gli hanno fatto il dictation test. Solo che il tipo parlava correntemente un sacco di lingue e non sapevano come esser certi di poterlo segare all'esame.  Per andare sul sicuro hanno scelto come lingua d'esame il gaelico scozzese. La cosa era talmente ridicola che la corte suprema intervenne per dire che la piantassero e che il Gaelico scozzese non era una lingua europea.
Se vi piace il genere, leggete la storia di questa nazione. 
A proposito sapete che gli Australiani ignorano di essere in Oceania? Quando reciti i continenti, se dici oceania, ti guardano con aria perplessa, come se stessi parlando qualche lingua antica o suggerendo qualche finezza linguistica appresa in occidente. Il continente lo chiamano "Australia" e non capiscono cosa tu intenda dire con "Oceania".
Comunque tornando a bomba, dagli orrori e errori del passato, sono nati comportamenti molto intessanti e civili. Ad esempio, qui è molto forte la lotta a qualsiasi forma di discriminazione. Una guerra fatta non solo di manifesti e slogan televisivi, ma vissuta nella pratica.
Ad esempio, nei curriculum non si deve mettere alcun accenno alla data di nascita, al sesso e alla nazionalità. Questo per evitare che il datore di lavor possa essere in qualche maniera condizionato da questi elementi che sono ritenuti secondari e fonte di possibile discriminazione. Hai 52 anni? Sei cinese, indiano o italiano? Maschio o femmina? Non è importante, e tutti hanno le stesse possibilità di avere almeno un colloquio di lavoro. Per analoghi motivi è assolutamente proibito mettere la fotografia. La bellezza fisica non conta nulla ai fini dell'ottenimento di un lavoro: uguale, uguale come in Italia.
Ho obiettato alla prof che la cosa mi sembrava esagerata e che comunque dal nome tante cose si possono ricavare, come ad esempio la nazionalità o il sesso.  Lei mi ha risposto che non è sempre vero, "nel tuo caso ad esempio, Gabriela..."
Al netto delle esagerazioni non si può dire che siano tutte belinate o cose senza senso. È una attenzione che trova applicazione anche in altri settori. 
Anche qui hanno la localizzazione di Voice, il talent in cui scelgono sconosciuti che poi vengono inseriti in un percorso artistico per meriti vocali. Pure qui hanno i giudici, bizzarri come i nostri. Solo che c'è una interessantissima variante. I giudici somo posizionati su poltrone enormi che inizialmente danno le spalle al cantante. Solo quando almeno un giudice preme il pulsante, manifestando interesse a prendere il candidato nella sua squadra, si girano le poltrone e i giudici possono vedere in faccia chi sta cantando, scoprendone l'aspetto e, alla bisogna, il sesso. Questo perchè sia solo la voce la discriminante e non altre connotazioni che poco importano per il merito.

P.s. Per Camillo. Niente da fare per il parcheggio gratis se in 3 in macchina. Abbiamo chiesto ad un poliziotto. In centro non esistono, sì però in quartieri importanti ma più periferici. Non si spiega cosa ci faccia quel cartello in quel punto. Occorre un supplemento di indagine.


4 commenti:

  1. Colloqui di lavoro senza che il baffuto collega dagli occhi blu sorrida beato all'idea che stia x entrare una bella figliuola candidata???...no no...a certe cose non potrei rinunciare! :)

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