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martedì 28 febbraio 2012

Diario dell’australiano Data australe 29 febbraio


In 3 canali australiani, tutti della SBS, passano programmi e Tg in lingue straniere, compreso italiano, turco, mandarino, greco, francese, tedesco, russo e spagnolo.
Petto in fuori e mano sul cuore, che oggi abbian fatto man bassa e fatto saltare il banco. Posso testimoniare, avendolo avuta in sottofondo tutto il giorno, che le avventure della Costa, stanno facendo appassionare tutto il mondo. Ma cosa si inventeranno quei geni della Costa per attirare ancora l’attenzione? Un bell’ammutinamento? Passeggeri nella stiva in punizione? Un coca party con il capitano? Però Costa sta dimostrando di avere gli attributi per riprendersi. Ci crediamo tutti, tranne il suo Amministratore delegato, che risulta stia vendendo azioni Carnival a man bassa. Viva l’Italia.
Tiriamoci su il morale. La Gillard ha vinto il ballottaggio e Kevin Rudd ha perso disastrosamente 71 a 31. Ora tutti aspettano di vedere cosa succederà a quei ministri che si sono schierati pubblicamente per Rudd e che ora aspettano la vendetta della Gillard, la quale è tutto tranne che Mary Poppins. Già il Ministro dello Sport, il giorno stesso del ballottaggio ha annunciato di sentire una profonda nostalgia della famiglia e che quindi molla sia il ministero sia il seggio da senatore. Un crollo emotivo improvviso, un vero e proprio esaurimento. Ce ne sono almeno 5 nel Consiglio dei Ministri che aspettano notizie, un cenno da Julia, essendosi detti sicuri che con lei candidata premier, non si vince di certo alle prossime elezioni.  Alcuni dicono che per il bene del partito la Gillard farebbe bene e lasciar perdere e puntare sull’unità, altri invece la invitano a  non mostrarsi debole e fare piazza pulita.
Ogni tanto guardo il “question time” del Parlamento Federale. Devo dire che sono quasi entusiasmanti. Se vi aspettate un clima di britannica compostezza e farplay, avete proprio sbagliato indirizzo. Qui se le suonano di santa ragione, paonazzi e con i visi tirati, in una competizione che sfiora il tifo da stadio.
Premetto che non capisco quasi una parola per cui mi limito a vedere tutto come se fosse un film muto o il telegiornale per sordomuti. Solo che in questo caso è molto più divertente perché la traduttrice sembra completamente ubriaca.
Occorre dire che rispetto alla nostra ciclopica camera qui la location è molto più familiare. C’è lo speaker, che fa da arbitro, da e toglie la parola a tutti, anzi interrompe proprio e mette a sedere chiunque, Primo ministro compreso, senza che nessuno dica osi dire nulla. Sotto al suo seggio c’è un tavolo, abbastanza lungo e sui due lati c’è seduta la Gillard e dall’altro lato Tony Abbott, il leader dell’opposizione, con il loro bel seggio e microfono. Dietro questi due ci sono i reciproci supporter, che quando chiamati o spontaneamente si presentano al microfono per parlare e spesso attaccare i tifosi avversari.
Funziona in questo modo, uno si alza va al microfono e dice a chi intende indirizzare l’intervento e parla. Poi si alza l’interpellato e risponde.  La Gillard risponde sempre allo stesso modo: “ Ringrazio veramente tanto di questa domanda, perché mi permette di chiarire questo punto”. Fantastico: gentile, collaborativa, educata. Immediatamente dopo dice qualcos’altro, il viso si indurisce, la voce assume un tono secco e immediatamente dagli avversari sale un mugugno sordo che piano piano si trasforma in un forte mormorio che tradisce una chiara volontà omicida. Più l’opposizione scalpita più il Primo ministro alza la voce e la gazzarra sfiora la bagarre. In alcune occasioni addirittura mentre lei parla, il leader dell’opposizione si alza in piedi, si aggiusta la giacca e si avvicina la microfono, con le movenze di un pugile che sta per salire sul ring. Una volta che i due capoccia hanno dato fuoco alle micce, intervengono le seconde linee.
C’è una cosa davvero singolare su cui devo investigare. Quando uno finisce un intervento, tutta la sua parte dice qualcosa in coro, un suono di assenso, breve ma sincronizzato. Avete presente nei film quando nelle chiese protestanti  il pastore dice qualcosa e l’assemblea risponde “amen” o “alleluia”? qualcosa di simile, solo quiche dicono qualcosa tipo “yeeaa” tutti insieme.
Altra cosa veramente strana, è che pur nel pieno della bagarre tutti parlano sempre e comunque allo speaker e non direttamente agli avversari, tipo “ricordatevi che siete dei ladri, mr speaker, che voi dell’opposizione dite delle cose non vere, mr speaker”, come se in realtà questa figura fosse quella che si deve convincere o sia quella che fa la spia direttamente alla Regina, come il supplente che scrive i nomi degli alunni cattivi per la maestra.
La cosa più buffa è che nel mentre di tutte queste discussioni animatissime in cui si accusano senza mezzi termini di spacciare balle, con le cravatte allentate e i volti rossi, lo speaker interrompe tutti per dire “salutiamo la delegazione dell’Indonesia che è venuta a trovarci” e inquadrano un fila di gente che si alza e si lancia in sentiti inchini verso i parlamentari, che nel frattempo si ricompongono e riprendono sembianze umane. Poi via si ricomincia a urlare, battere i pugni sul tavolo e dirsi di tutto finché non tocca alla delegazione Giapponese e così via.
Mentre guardi sti poveracci che salutano con tanta passione e deferenza di senti quasi in imbarazzo. Come se nel nostro Parlamento improvvisamente tutti si girassero e scoprissero che una delegazioni di bambini delle Elementari li stava osservando da ore. Invece sembra che ai parlamentari non gli faccia ne caldo né freddo, come se fosse solo un democratico sistema per fare un break, rianimarsi e, se sudi, cambiarti d’abito. Fantastica politica, tutto il mondo è paese. Un circo come da noi anche se qui non ci sono praticamente punti morti
Devo dire che poi il tutto viene un po’ a noia, perché, come da noi, sembra che abbiano perso il motivo  per cui stanno litigando, concentrati come sono nel darsi addosso l’un contro l’altro. Durante uno di questi “question time” ho visto la P.M. Julia Gillard che, come una bambina, si dondolava sulla sedia girevole, con la scarpa completamente sfilata e tenuta in equilibrio con le sole dita del piede. Non mi sembrava proprio concentratissima, insomma, anche se appena presa la parola ha trovato il modo di irridere gli avversari, facendo ridere molto la sua parte.
Quando la bagarre assume toni elevati e imbarazzanti, allora lo speaker si alza in piedi. Quasi subito tutti si zittiscono. Deve essere un chiaro segno che si sta incazzando veramente. Mi ricorda un mio prof all’università, che quando qualcuno parlava, abbassava di colpo la voce; se il fastidio continuava e fino ad azzittirsi completamente, alzava gli occhi e fissava i due ciarlieri, i quali immantinente realizzavano che non avrebbero mai passato l’esame con lui. Mi piacerebbe vedere quale sia lo step successivo, se alzarsi non sortisse alcun effetto. Che fa, scende e li suona tutti uno per uno?
Un’altra cosa singolare sono le conferenza stampa, i momenti in cui il rappresentante del governo incontra la stampa. Credevo che nei paesi anglosassoni fosse un grande momento di democrazia in cui la politica si espone alle domande e alle provocazioni della stampa; la Stampa con la s maiuscola,  dei film,  che morde le caviglie del potere, lo tiene sulla corda, il baluardo ultimo della democrazia.
Naturalmente io non capisco nulla di quanto dicono, ma noto che il Potere ha trovato un sistema infallibile per annullare del tutto il fastidio delle conferenza stampa e l’assalto della stampa. Infatti mandano a questi appuntamenti persone geneticamente modificate e plasmate fin dalla tenera età per essere assolutamente privo di reazioni ed espressione. Vedi questa persona che in maniera monocorde parla per minuti e minuti, fissando sempre la telecamera, senza muovere un muscolo, senza alzare un sopracciglio e senza mai una pausa, praticamente anaerobico. Poi si interrompe ascolta la nuova domanda e ricomincia con lo stesso tono, come se non avesse mai smesso di parlare. Una nenia terribile e prova di Dalai Lama. Avete presente Capezzone? Elevato al cubo.
Governo – Stampa libera: 10-0.
Per quanto uno si sforzi di guardare le cose con spirito di novità e positiva curiosità, ci sono però cose che non possono essere perdonate. Questo popolo, giustamente lodato per la freschezza e la pratica ma calda accoglienza, nasconde comportamenti da censurare senza pietà e senza tema di passare per irriconoscente o peggio reazionario.  Sono aspetti che possono apparire marginali rispetto al tanto di positivo e di bello si può quotidianamente vedere e scoprire in Australia. Ma non si può tacere per evitare di essere complici o che qualcuno, fidandosi oltremodo di queste righe, non arrivi poi un giorno a restarci male perché non avvisato.
Ho già detto quanto all’australica gente piaccia celebrare lo stare insieme e sfruttino ogni occasione per riunirsi e fare comunità.  A scuola, al lavoro, perfino al centro commerciale è un continuo inventarsi feste e momenti per cui uscire di casa e stare con gli altri. Tutto ti dice che fai parte di un tutt’uno, dal vicino spione / bodyguard fino al cartellone con tipa sorridente ch ti ricorda di comprare australiano.
Momento topico di ogni grande e popolare celebrazione sono i fuochi d’artificio, che bisogna dirlo, qui sono magnifici e colpiscono per durata e qualità. Spesso li sparano da punti diversi in modo da coprire uno spettro veramente ampio oppure li fanno direttamente sopra la tua testa  e diventano così veramente avvolgenti, quasi inglobanti.
In mezzo a questa magnificenza di luci, c’è una particolarità locale che riesce a mandare tutto a Patrasso e rendere lo spettacolo del tutto sgradevole. Per mezzo di potenti altoparlanti, per tutto il tempo dei fuochi, trasmettono una terribile musica folk, capace di disturbare in maniera significativa il suono dei fuochi stessi. Non si tratta purtroppo di un errore, in quanto per ben due volte  hanno compiuto lo stesso gesto sacrilego.  Non esistono spiegazioni atte a giustificare un tale gesto, quasi che il magnifico spettacolo fosse monco o il suo sonoro del tutto disprezzabile o quegli scoppi, capaci di farti sussultare il cuore e vibrare con i fuochi stessi, del tutto privi di interesse.
Consiglio ai cultori di questo tradizionale spettacolo di rifuggire i posti ufficiali dove la gente è invitata a recarsi per la fruizione degli stessi, ma cercarsi una collina defilata dove poter salvare capra e cavoli, magari con una esperienza visiva meno appagante, ma nel complesso più gratificante. Altrimenti pensate bene se andarci. Il nervoso potrebbe prevalere sulla meraviglia.

5 commenti:

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