Diario dell'australiano Data australe 12 luglio 2012
Siamo tutti ufficialmente in vacanza,
Per carità, non e' come la vostra estate, fatta di ombrelloni, caldo
e spiagge, ma ci accontentiamo. Qui fa sempre fresco, anzi la mattina
la macchina e' ghiacciata come non mai, ma durante il giorno il
terribile inverno di Canberra si trasforma in un clima inizio
primaverile per niente fastidioso. Per cui, tutti vestiti a cipolla
per combattere il gelo mattutino ma esser pronti per il tepore della
giornata. Che poi non ho mai trovato un inverno in cui non ci debba
vestire a cipolla, ma comunque, cipolla sia!
Il sottoscritto con la sua bici, opta
per la sola camicia per non dover poi sudare al ritorno. Malgrado i
rimbrotti scandalizzati della Maru, persevero, anche se arrivo a
destinazione semi assiderato e con il naso che gocciola.
La casa sta manifestando tutti i suoi
limiti strutturali o forse, sentendosi abbandonata ha deciso di
scaricarci per prima e smettere di proteggerci dai rigori serali e
notturni. Le vetrate panoramiche sono bellissime d'estate, ma adesso
e' come stare al Colosseo, con spifferi che sembrano brezze e ti
bloccano collo e schiena.
Il problema vero, quello di fondo, e'
che gli Australiani non son fatti per l'inverno, non gli piace e non
lo considerano degno di nota. Per chi abita l'australe continente
l'inverno non esiste, e' solo una convenzione perché qui deve essere
sempre primavera e il clima e' tropicale quasi per legge. Che poi
questo valga solo per il nord o per qualsiasi stato che non sia
Canberra, non importa; per l'australiano verace l'inverno e' solo una
primavera fraschetta, insignificante, visto che domani torna caldo e
sole.
Cosi' mentre ti aggiri imbacuccato per
le vie cittadine, incontri signore con l'infradito o in ciabatte,
adolescenti scalze e in minigonna, omoni in maglietta e in braghe
corte.
Come diretta conseguenza di questo
clima temperato, le case sono state direttamente importate dalla
Turchia, tutte in legno, spesso con tetti in sola lamiera e senza
doppi vetri. Per completare l'allucinazione collettiva hanno enormi
bocchettoni che soffiano una potente e rumorosa aria calda, in grado
di simulare un clima tunisino.
In compenso piove poco e c'e' quasi mai
vento, cosa gradita, specie per chi arriva da Genova. Pero' fidatevi,
la mattina fa un freddo polare.
La Maru e' sopravvissuta alle verifiche
di questi giorni, anzi ne e' uscita pure con un bonus economico. E'
molto brava e se non ci fosse lei e il suo lavoro la nostra avventura
sarebbe già stata archiviata da mo'. Mi sono fatto una idea più
precisa di come vada il mercato del lavoro qui.
Da un lato hai meno tutele, non esiste
il posto fisso e il licenziamento e' oggettivamente facile.
Dall'altro e' abbastanza easy trovare un nuovo lavoro o cambiare
completamente carriera, magari rimettendosi a studiare. In realtà e'
un sistema che ha un suo perché e un certo equilibrio.
C'è pero' una categoria che rischia
molto e si diverte davvero poco in questa precarietà: i lavoratori
stranieri.
Molti infatti vengono in Australia con
un visto temporaneo, grazie ad uno sponsor, uno che gli offre il
lavoro. Solo che lo sponsor non ha alcun obbligo nei suoi confronti,
anzi nei primi 6 mesi ha la possibilità di licenziarlo come e quando
vuole. A questo punto il lavoratore ha 28 giorni per trovarsi un
nuovo lavoro, una nuova sponsorizzazione, senza la quale deve
tassativamente lasciare il Paese. Se uno molla tutto, lavori e
affetti, carica figli e bagagli e si trasferisce qui, rischia
dall'oggi al domani di perdere tutto e doversene tornare a casa con
le pive nel sacco. Un dramma di proporzioni cosmiche.
Se leggete i vari forum di emigrazione,
potete vedere come ci sia un sacco di gente che sta cercando di
emigrare. Tanti poi per disperazione o mancanza di zuccheri sono
disposti a mettere in gioco tutto pur di ottenere soldi e visto.
Vendono case, si licenziano, vendono i gioielli di famiglia e
borseggiano la madre e cominciano a calcolare tutto, per vedere se e
quanto possano campare in Australia, in attesa di sistemarsi e
cominciare a guadagnare. Non parlo di ventenni o sigle che possono
permettersi l'avventura, ma intere famiglie.
In questa ottica, trovarsi disoccupati
e dover salvare baracca e burattini in 28 giorni, e' un pensiero che
mette i brividi, uno di quelli che non ti puoi più permettere di
analizzare da vicino quando hai dei figli tuoi.
Comunque, ringraziando Dio e la nostra
accortezza, il nostro visto permanente ci mette al riparo da questi
drammi. Al limite moriremo di fame, ma qui! Son soddisfazioni.
Domani arriva Michele, il papa' della
Anna. La visita ci riempie di gioia in se' e per se' e per il fatto
che e' la prima persona cara che ci viene a trovare. Stapperemo una
bottiglia di Recioto (la riserva si sta assottigliando, ma quando ce
vo'...).
Il 23 ricominciamo tutte le nostre
reciproche scuole. I bimbi andranno direttamente alla nuova scuola
di Evatt. Siamo stati per una due giorni di primo contatto e sono
rimasti molto contenti. Certo che sono impressionanti gli
investimenti fatti per le scuole in Australia! La classe della Noemi
e' enorme, sarà' quasi 160 metri quadri, con spazi per il gioco e
un'ala dedicata alla cucina e la preparazione delle merende. Non
sembrano usare lavagne, ma la sua classe ha due videoproiettori
appesi al muro e con quelli fanno lezione. Hanno spazi per il gioco,
per il teatro, la palestra e l'orto didattico e all'ingresso due
scolaretti cercano di propinarti le verdure biologiche da loro
coltivate. Tutto e' pulito, ma nel contempo molto caldo e
accogliente. La divisa della scuola e' pantaloni blu scuro, maglietta
azzurra chiaro e felpa blu.
Un dato fonte sempre di discussione tra gli italiani qui, e' che
le scuole non sono gratuite per gli stranieri. Se tu sei australiano
o hai un visto permanente (alleluiaaaaaaa) sono del tutto gratuite,
anzi hai anche il pulmino che te li scorrazza avanti e indietro. Se
invece hai il visto temporaneo devi pagare tutto e caro: un 7000 euro
l'anno a figlio. Il principio e' abbastanza semplice: se sei solo di
passaggio e non dai garanzie di fermarti qui, l'Australia non ha
intenzione di pagarti nulla, anzi devi pagarti ogni servizio. Pensate
che l'università costa ad un Australiano un 5000 euro l'anno (ma ci
sono poi sconti legati al reddito), mentre ad uno straniero che viene
a studiare qui circa 35000 euro.
Non so dire se sia giusto o sbagliato. In Italia abbiamo uno politica di accoglienza diversa e mi sembra che le cose non vadano bene comunque. Qui hanno il merito della chiarezza. Sono accoglienti ed e' ancora la terra delle opportunità ma le regole del gioco le fanno loro, senza se e senza ma. Chi non ce la fa o delude le aspettative, lo accompagnano alla porta, in alcuni casi gli pagano pure il biglietto di ritorno, e conta poco o nulla la tua storia, il tuo investimento emotivo o quanto figli tu abbia.
Ora saluto. A stare fermo a scrivere, mi sto congelando. Ho messo i piedi sull'alimentatore del portatile, ma sono ugualmente freddi.
5 Commenti:
Trovo questo diario piacevolissimo. La scrittura è agile, le immagini vivide. E poi la sottile ironia che attraversa le pagine rende la lettura ancora più gustosa.
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