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mercoledì 20 giugno 2012

Diario dell'australiano Data australe 20 giugno 2012


Il 27 luglio completeremo l'acquisto della casa e lasceremo questa. Sarà una giornata molto impegnativa, ma contiamo di uscirne vivi.
Come si fa in questi casi, lanciamo un appello a tutti gli amici: se in quel sabato poteste venire ad aiutarci con il trasloco, la vostra presenza sarebbe graditissima. Pagheremo poi con una cena e una serata in allegria una volta sistemati. Accorrete numerosi ( a spanne tra trasloco e cena postuma dovrebbero bastarvi un 3000 euro a testa e solo 100 ore di volo. Credo possiate farlo, per amicizia...)
Tra pochi giorni finiremo tutti la scuola e saremo in vacanza fino al 20 luglio. Daniel passerà direttamente alla scuola normale a Evatt, il nostro nuovo quartiere. Per la Noemi le maestre avrebbero consigliato ancora un term alla scuola di introduzione all'inglese, ma dopo lunga e profonda riflessione, abbiamo deciso che andrà anche lei con Daniel alla mainstream. Trattandosi dell'anno pre-school, dovrebbe integrarsi lo stesso senza troppa fatica.
Io ho deciso di abbandonare i miei studi di inglese. Se tutto va come sembra a luglio comincerò il corso di assistenza anziani. Ci stiamo ancora pensando, ma mi sembra la cosa più immediata, specie per un proseguo come infermiere.
Intanto sono andato a presentare la mia candidatura come volontario alla San Vincenzo (Vinnies), che si occupa di vestiti e mobili usati. Hanno detto che il loro manager mi avrebbe chiamato e che ci sarebbe stato un momento di formazione, tra cui un video in cui mi spiegheranno come si tirano su i pesi. Sic!
Nel pomeriggio hanno effettivamente chiamato.
Il mio cellulare non suona mai e quando trilla è sempre qualcuno della famiglia. Vivo nel terrore che un giorno compaia un numero australiano o il classico "numero privato" foriero di una conversazione in inglese. Quindi e’ stato il materializzarsi di un incubo.
La nostra mente per sfuggire alla sofferenza, può arrivare a mistificare la realtà, in una sorta di illusoria consolazione. Essendo apparso il numero 03910 seguito da numeri che non ricordo, ho pensato che fosse una chiamata dall'Italia (+39), anzi addirittura da Genova (010).
Per non saper né leggere né scrivere ho risposto con "hello". Subito una signora attacca discorso in inglese.
Recupero la concentrazione e faccio mente locale: Vinnies, volontariato, video, pesi. Vocaboli da individuare: apointment, interview, quando, dove.
La signora è un fiume in piena, viaggia molto veloce e non individuo nessuna delle parole chiave. A un certo punto succede l'irreparabile. La blaterante si ferma. Muta. Evidentemente aspetta la risposta ad una domanda che ignoro. Ormai completamente vigile e conscio che non si tratta di Genova, valuto le alternative possibili: a) ripetere compulsivamente “hello, hello”, simulando disturbi sulla linea, b) dire yes, perché essendo la prima domanda è difficile che la risposta sia "no", c) chiedere di ripetere, d) chiudere la telefonata.
Dico “yes”. Sembra funzionare perché la tipa riprende con rinnovato vigore e velocità il suo sproloquio. La situazione è ormai fuori controllo e mi comincia a salire anche una certa carogna. La signora stamattina ha notato che non parlavo un inglese decente, potrebbero anche avere maggior considerazione e rispetto! Non curante delle mie maledizioni, la signora prosegue il suo cantilenare vacuo.
Improvvisamente capto una parola: motorbike. Ma che cosa c'entra la moto con Vinnies? mica devo camallare mobili con la mot... Arghh.
Le poste, sono le Poste Astraliane! Mi stanno chiamando per la mia candidatura a postino. Ormai sono in panico conclamato, resetto le parole chiave e ne cerco altre, visto che lei va avanti.
Apply, motorbike, drive license, interview, dove e quando.
Lei si blocca, tocca a me. Passo alla soluzione a), simulo disturbi sulla linea, cercando di guadagnare tempo. Lei riparte, mentre cammino ossessivamente per casa, con le assi del parquet che fanno rumore come non mai. La donna sta ancora parlando della motoretta, vuol sapere se ho la patente, quando scade, se guido moto qui, ecc.
Ho una illuminazione. Sta ripercorrendo le domande già compilate nel form di candidatura. Ho qualche speranza.
Il tutto dura circa un quarto d'ora con  qualche mia richiesta di ripetere, uno o due “yes” non del tutto consapevoli e tutta una serie di informazioni dette, ma non da me capite. Del tanto dettomi, ho solo capito che c'è una posizione vacante come postino da qualche parte a Canberra, forse Tuggeranon, per un posto full time a 18 dollari l'ora per i primi 6 mesi e 22 dollari l'ora post 6 mesi. Tutto il resto è nebbia, tranne il fatto che mi ringrazia tanto per la telefonata ed mi augurava una buona giornata.
Che dire. Nessuna delle mie parole chiave è servita a nulla e non sono certo di aver fatto una buona impressione. Ma ho fatto del mio meglio e per ora va bene così. Il telefono è la mia bestia nera. Vediamo che succede, senza stress.

La ricerca del lavoro funziona più o meno come da noi. Ci sono molti siti e giornali locali che  riportano offerte e ricerche di lavoro, con specificate le specifiche e il salario. Se ti interessa puoi fare una apply.
Di solito c'è un form da compilare, ma devi anche mandare il tuo resumè (il curriculum, max 2 pagine) e la cover letter. Quest'ultima è specifica per ogni singola applicazione; devi dire quali specifiche skill hai per quel lavoro. E’ di fondamentale importanza e va fatta con cura.
La cosa che deve assolutamente trasparire dalla CL è l’entusiasmo, deve proprio sprizzare passione e voglia da ogni riga. La cosa e’ talmente marcata, che alla fine sembra il parto di un povero alienato, di un pirla con manie di onnipotenza.
La CL media più o meno è  cosí:
“Le mie skill e l'esperienza conseguita mi rendono il candidato ideale per questo lavoro. Sono certo che la panetteria "bella Napoli" avrà un grande profitto nell'assumermi. Ho sempre desiderato lavorare con voi,di cui conosco la serietà e la professionalità. Mio padre è uno scienziato nucleare, ma fin da piccolo mi diceva: " che bello sarebbe se un giorno potessi arrivare a lavorare per la panetteria "bella Napoli". Sono certo che quando conoscerete la mia deduzione al lavoro e serietà non avrete dubbi suo fatto che sia io la persona che voi cercate".
Al netto di qualche lieve esagerazione, il tenore è un po' questo.
Del resto è comprensibile; in un luogo in cui c'è lavoro, devi motivare perché tu voglia proprio quel posto specifico e pretendono che mostri entusiasmo.
Ad esempio nella allucinante telefonata delle Poste, la signora a un certo punto ha detto: “perché hai presentato domanda alle Poste?” Io lí per lí non sapevo cosa dire, perché dalle nostre parti e’ una domanda assolutamente idiota. Invece qui è pertinente, non essendoci il mito del posto fisso alle Poste e neppure la disoccupazione italiana.

Qui non c'è articolo 18 né nel privato né nel pubblico. Non ti possono licenziare per motivi razziali, religiose, ecc. ma ti possono mandar via se non sei bravo, non c'è lavoro o l'azienda sta perdendo dei soldi. Malgrado sulla carta ci siano minori tutele, il mondo del lavoro è molto vivace e la disoccupazione bassissima.
Credo che la differenza più grande rispetto all'Italia è che qui non esiste la contrapposizione ideologica tra operaio e padrone e neppure il sospetto che quest'ultimo goda  a licenziare qualcuno o non veda l'ora di buttare delle famiglie sul lastrico. Se sei licenziato vuol dire che hai lavorato male, deluso le aspettative o che quel lavoro non era più possibile. Quindi te ne cerchi un'altro. Questo produce rapporti sociali molto tranquilli e un mercato del lavoro molto fluido e vivace. Ci sono anche qui le categorie deboli per le quali esistono lavori protetti, anche nel pubblico, un po’ come da noi
Molto interessante è anche l'abitudine alla formazione continua. Moltissimi lavoratori la sera studiano: per passione, per proseguire nella loro carriera o per trovarsi un lavoro nuovo e diverso. Dove vado a scuola, la sera ci sono più studenti che di giorno.
Manca del tutto la mentalità del posto fisso, sia perché la legge non lo incentiva sia perché viene quasi considerato un limite, qualcosa che ti blocca e non ti fa crescere. Un limite.
Bon, vado a nanna, che se domani richiamassero le Poste o Vinnies, devo prepararmi una nuova lista di possibili vocaboli. Notte.

5 commenti:

  1. Ciao, ho trovato l'indirizzo del tuo blog su Australian Board (sono maxozzie).
    Sto leggendo con piacere la vostra esperienza e devo dire che ci ritroviamo in molte delle tue osservazioni.

    Le prime telefonate di lavoro sono sempre critiche! pensa che molte volte non conoscendo i nomi dei suburbs annotavo la pronuncia e poi passavo la serata a risalire all'indirizzo corretto! Però dopo un po ci fai l'orecchio e la cosa diventa piu fattibile, stai tranquillo.

    Per quanto riguarda il mondo del lavoro penso che il tutto si riassuma nella parola 'rispetto reciproco'. Sebbene anche qui non siano tutte rose e fiori, in italia ormai la furbizia bilaterale ha incancrenito il sistema.

    un saluto e un in bocca al lupo da Perth!

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