Diario dell'australiano Data australe 9 gennaio 2012 ore 0,12
Forse abbiamo una macchina. Dopo una due giorni estenuante di giri, in
improponibili concessionari dell'usato, ci siamo decisi per una Hyundai
Trajet del 2005. Sulla carta sembra buona, o almeno la meno peggio tra
le tante viste in queste ore.
Il mercato delle auto usate a Sydney è
immenso, c'è un intero quartiere e una mezza road (Paramatta road) di
soli concessionari. Ce n'è di ogni tipo, da quelli extra lusso, con
macchine tirate a lucido e che non sembrano neppure usate, gestite da
tipi vestiti eleganti e dai capelli impomiciati fino a luoghi polverosi,
con proprietari che sembrano lí per caso e macchine dai prezzi
incredibilmente bassi. Il nostro viaggio della speranza ha toccato gli
uni e gli altri per poi stabilizzarsi verso il mercato per poveracci.
Eravamo speranzosi per una Kia Carnival, prezzo 6990 dollari. Poi
abbiamo fatto la prova su strada e abbiamo scoperto che: finestrini
elettrici K.O., luci di posizione defunte davanti e dietro, fendinebbia
morti. Il tipo, un libanese dalla faccia onesta, ma che ieri puzzava di
sudore come un caprone, ha tagliato corto dicendo che avrebbe fatto
sistemare tutte queste cretinate per domattina, ma ormai ci aveva colto
una incrontrollabile ansia da fregatura e smorzato ogni entusiasmo. Tra
l'altro questa aveva il cambio manuale; manco male, se non fosse che era
sulla sinistra e quando cambiavi l'intero blocco del cambio sembrava
fluttuare come non fosse ancorato a nulla e avevi il terrore che ti
restasse tutto in mano.
Siamo quindi fuggiti e abbiamo ripiegato
verso un concessionario di altro tipo. Si chiama car net auction, è un
capannone immenso pieno di macchine, tutte fuori budget per noi. Quando
entri ci sono degli spalti con ovunque scritte "mind your steps" per
cercare di scoraggiare i suicidi, che intendano farla finita buttandosi
giù per le scale degli stessi. In questo posto tengono per un po' le
macchine e poi fanno le aste. Sia ieri che oggi abbiamo parlato con un
asiatico, dai modi decisi e pratici, dalle 1000 parole al minuto, rapido
e asciutto, sempre sul pezzo. L'esatto contrario del libanese, per
intenderci.
L'unica macchina alla nostra portata era appunto questa
Hyundai, tenuta nel retrobottega, forse per indegnità, certo perchè neo
arrivata e ancora tutta lercia. Abbiamo fatto il nostro giro di prova.
Il motore non sembrava quello delle macchinine elettriche della
Playmobil, i finestrini vanno su e giù e le luci si accendono. Amore a
prima vista quindi. Anche la Maru era contenta. Dobbiamo spendere sui
11000, più di quanto volessimo, tra una cosa e l'altra, ma per lo meno è
un fregatura meno evidente.
L'abbiamo pure intestata a me, che non
capivo nulla della parlantina decisa del simil cinese. A un certo punto
durante la trattativa, va a fare delle fotocopie del mio passoporto.
Quando torna ci ridà la mano a tutti e tre. Io pensavo avessimo finito,
poi invece lui ha continuato a parlare come se niente fosse. Ho chiesto
lumi a Maru, lei ipotizzava che intendesse dire che da qui in poi
l'affare è fatto, mentre io avanzavo l'idea che salutasse al rientro da
ogni minima assenza. Mah!? Se non ci fosse stato mio suocero, sarebbe
stata una tragedia, ci avrebbero venduto anche un'ape car del 1978 al
prezzo di una Jaguard.
Da domani vacanza. Ci pigliamo qualche
giorno, visto che ormai abbiamo fatto le cose più urgenti (non proprio
tutte ma quasi) e domenica prossima dobbiamo lasciare Sydney per
Canberra. Domani zoo, dove Daniel vuol fare un sacco di foto da mandare
ai compagni di classe lasciati a Genova.
P.S. per la gioia di
Alba, la Hyundai ha il cambio automatico, ma al posto della frizione un
pedale per sbloccare il freno a mano. Il gioco diventa più vario e si
moltiplicano le possibili combinazioni per un totale disastro
automobilistico.
postato da Pseudo @ 14:09
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