mercoledì 28 novembre 2012

Diario di un australiano Data australe 29 novembre 2012

Rieccomi. Scusate per la lunga pausa, ma è andata così. Ho passato un periodo in cui ma non mi piaceva quanto scrivevo e indi non pubblicavo. Credo non sia nemmemo passata, ma mi lego alla testiera come l’Alfieri.
Ho anche un sacco di nuove cose sul fantastico mondo della gente a testa in giù,  complice il cambio di stagione, ma oggi solo aggiornamenti familiari. Next time il resto.

Non ho ancora trovato una risposta alla domanda su cosa voglia fare da grande. Per non perdermi nel caos delle tante (troppe) variabili del possibile, ho deciso di andare per esclusione: ho realizzato di non voler diventare sistemista informatico o di voler lavorare, in un futuro prossimo, nel campo dell’IT. Mi sono quindi ritirato dal corso, malgrado avessi già dato un esame sul Copyright australiano. E’ un mestiere che mi ha dato da mangiare e mi piace pure, ma il pensiero di passare il resto della mia breve vita inseguendo server, client, mezzi inetti che si cancellano file e directory, backup da fare e antivirus da installare, mi rende manifesto un principio di depressione, la cui conoscenza non mi interessa approffondire.
Per ora mi sono ributtato sull’inglese, amico di pochi momenti gloriosi e tante epiche figure di merda. La carta vincente è stare fuori casa, dove sono obbligato a capire e blaterare . Oltre al mio quindicinale servizio da Vinnies, sto andando due volte alla settimana da una deliziosa signora australiana, che sto aiutando con le api. Durante la scorsa smielatura ha avuto la brillante idea di tranciarsi una falange ed è quindi è inabile al lavoro. Parlo un sacco inglese, poi lei è capace di farmi ripetere una singola parola anche dieci volte, finché almeno non mi  avvicino ad una pronuncia accettabile. Il segreto in questi casi è, dopo il 4 tentativo, lasciar perdere le singole lettere e riprodurre un suono  che almeno si avvicini a quanto richiesto; di solito anche i più cavillosi, si accontentano.
Comunque, evoluzione! Ridendo e scherzando, se resto concentratissimo riesco a capire il senso generale del discorso e talvolta anche intere frasi. Di fatto con Cordelia, parliamo per mattinate, riuscendo pure a capirci.
Quando parlano due australiani, riesco a seguirli per 1 -2 minuti, dopo di che li benedico mentalmente e li abbandono al loro destino. Anche perché basta che equivochi una parola che l’intera discussione va a Patrasso: come un computer impazzito cerchi di trovare corrispondenze a quanto ti sembra aver capito, shiftando tra ascolto e vista cerchi conferme che non arrivano, mentre i tuoi interlocutori sono già 3 discorsi avanti. Una Caporetto che ti lascia sfinito.
Vado anche al mitico coro, ma con minore frequenza, in quanto Anna ha cambiato orario e non ritorna in tempo a tenermi i bambini. Qui parlano in inglese tutto il tempo, ma c’è sempre qualche compassionevole italiano a cui potersi rivolgere per le emergenze.
Adesso dopo Natale ho pianificato ulteriori step. a) trovarmi un lavoro, part time, per guadagnare qualche dollaro, ma soprattutto essere in completa balia dell’australe linguaggio b) trovarmi un nuovo corso di formazione. Avendo escluso l’informatica, rimane il resto dello scibile umano a cui poter approdare. Ho qualche idea ma per ora non mi sbilancio per scritto.

La Maru sta benone, malgrado il lavoro ce la restituisca la sera in debito di energie e profondamente stanca di testa. Adesso è partita, perchè la sua ditta fa una Convention di tre giorni nella Gold Coast, al nord est. Ai primi di dicembre andremo via una settimana al mare, poi verso Natale si prenderà qualche giorno per potersi riposare o come dice lei, potersi finalmente occupare del giardino di casa (si accettano scommesse...).
A questa Convention ci sarà il semestrale rito della verifica degli obiettivi aziendali e personali, da cui potrebbero derivare gratifiche, dei nulla di fatto o dei licenziamenti. Non credo che rischi, ma anche se sei preparato, gli esami sono sempre esami.

La Anna ha già finito scuola, ieri anzi aveva i risultati. Lei è bravissima, anzi tra le migliori della sua classe. Credo che la didattica australiana sia particolarmente congeniale col suo modo di essere, perché studia volentieri ed è contenta. Il prossimo anno è l’ultimo e dopo ci sarà l’università, i cui contorni sta cominciando a mettere a fuoco, dopo averne sognato di ogni tipo in questi ultimi mesi. Ieri sono venuti a dormire qui due suoi amici, tra cui un italiano, venuto a Canberra per uno scambio scolastico. Gli ho preparato le lasagne al pesto e sono state un successo, anche perchè erano mesi che mangiava quasi solo cucina inglese
Ora che è in vacanza vorrebbe trovarsi un lavoro, tanto per guadagnarsi due soldi, intanto sta andando come volontaria al negozio dell’equo solidale nella City.

Daniel è in forma. Ieri mattina, avvisati dalla maestra, siamo andati all’Assembly della scuola, dove ha ricevuto un premio. Non uno dei soliti, dati dal maestro, ma il premio di “Aussie of the month” dato dalla presidenza. Le motivazioni recitano: “riceve questo award per i suoi eccellenti progressi nello scritto, dal suo arrivo nella scuola nel term 3. Non solo, ma lo ha fatto pur essendo un English second language. Si è quindi davvero meritato di essere Australiano del mese”. Lui non se lo aspettava ed è andato in confusione, io e la Maru abbiamo cominciato sommessamente a lacrimare dalla commozione, mentre lui veniva sballottato prima sul palco e poi a fare la fotografia ufficiale.
Per il resto è il solito di sempre e mi sembra si stia ben ambientando. La mattina mi fa sempre impressione sentirlo chiamare “Denioe”, ma mi ci abituerò.

La Noemi sta bene pure lei. Complice una scuola più semplice si è ambientata perfettamente nella classe e la maestra sembra contenta. Ogni giorno seguiamo le nuove puntate dei suoi innamoramenti e le sue avventure con le compagne di scuola. Il mondo femminile conosce complessità relazionali, inimmaginabili per un maschio, con concetti come “migliore amica”, “facciamo un club”, precise tattiche nello tippare (il nostro ce l’hai = tip) qualcuno o ignorarlo sistematicamente. Un dedalo incomprensibile, e un tantino noioso, di amicizie e innamoramenti
seguiti da repentini abbandoni. La Noemi si è naturalmente innamorata, ma per ragioni che non so, non sta funzionando. Credo che però la maledetta si stia orientando verso una nuova preda.

Venendo alle cose serie: sabato arrivano le due nonne e la zia Elena! Sono undici mesi giusti che non le vediamo e siamo tutti felicissimi che vengano qui. Anzi di più
Riflettevo l’altra sera con Maru che con questa emigrazione abbiamo sì causato tanta sofferenza, ma anche aperto possibilità incredibili. Chi avrebbe mai potuto anche solo pensare che mia mamma alla sua veranda età, sarebbe mai salita su un aereo per l’Australia? Sono quasi sicuro che abbia dovuto consultare un atlante per sapere dove stia, ‘sta Australia. E’ stata brava a farsi convincere, ricacciando indietro tutte le tentazioni di abbandonare l’impresa e sminuendo i diversi acciacchi che spuntavano come funghi, avvicinandosi la partenza. E’ stata brava e ne sono orgoglioso. Un grazie ai miei fratelli che l’hanno sostenuta in questi mesi. Da quel che capisco ha fatto testamento e disposto ogni sua cosa e recentemente era molto preoccupata per il problema del colpo di sonno tra i piloti di aereo, a suo dire molto diffuso e pericoloso. Ma comunque, partono oggi.
La malcapitata, ignara di internet, facebook e affini, non si spiega come in ogni dove tutti sappiano i casi suoi, la gente la fermi per strada facendole i complimenti o chiedendole delucidazioni in merito. Colta alla sprovvista talvolta spara risposte a vanvera, anche solo per difendersi da tanta immotivata attenzione a cui non è abituata. Quando anche il cardinal Bagnasco, avvisato da mio fratello Roberto, le ha fatto avere una speciale sua benedizione per questo viaggio, stava per gridare al complotto internazionale...
Con le nonne andremo una settimana al mare, nel sud, dove c’è una natura meravigliosa e spiagge lunghe e stupende, da condividere però con i canguri che affollano i margini della foresta.
Il 20 dicembre si sposa Cristiano, il mio caro cognato. Andremo quindi tre giorni in quel di Nowra per la festa, tutti compresi (pure il cane). Io sono “best man” (testimone), un vero onore,  la Noemi è “flower girl” (sembra debba spargere petali e fiori, incarico per lei ancora abbastanza oscuro), Daniel è “page boy” (porta il cuscino con gli anelli), la Anna è “bridesmaid” (damigella d’onore, dice google traslate, ma cosa debba fare non sappiamo bene). Insomma siamo tutti abili arruolati e felici di esserlo. Devo vedere se mi va ancora bene il vestito del mio matrimonio; nell’improbabilissimo caso mi vada stretto devo o cercarne uno nuovo o iniziare uno sciopero della fame.
Arriva poi il Natale, il nostro primo Natale lontano dall’Italia e soprattutto il primo a 37°. Non è uno scherzo celebrare il Natale in estate piena. Dicono che gli inglesi di stretta osservanza, con sprezzo del pericolo, cucinino lo stesso il tacchino, come da tradizione anglossassone. Unico inconveniente: la casa si strasforma in una sauna e mangiarlo diventa una impresa epica.
Molti optano per i gamberi, che sta diventando sempre più il piatto tipico del Natale Australiano.
Ho recentemente scoperto che per ovviare alla necessaria leggerezza del menu natalizio, molto australiani fanno poi il “Christmas in july”; in pieno inverno locale invitano parenti e amici facendo  finta di essere a Natale e dare sfogo a perverse voluttà culinarie, come da tradizione europea. Con tanto di regali! Dura la vita, quando ti ritrovi a vivere nell’emisfero sbagliato rispetto alle tue tradizioni.
Noi il panettone, lo compriamo e portiamo in tavola e lo amngeremo, anche in un bagno di sudore. Faremo anche l’albero e il presepe e se ci farà troppo strano, ci metteremo maglioni e cappottti e accederemo l’aria condizionataa palla. Faremo Natale, a qualsiasi costo!
Comunque Natale o meno, qui sono tre giorni che viaggiamo sui 40 gradi anche se l’estate non è ancora ufficialmente iniziata. Vi aggiornerò.